Inchiesta codice interno, per la commissione antimafia c’è il via libera: Rossi in audizione dopo il riesame

Commissione antimafia, c’è il «sì»: Rossi in audizione dopo il riesame
​Commissione antimafia, c’è il «sì»: Rossi in audizione dopo il riesame
di Luigi LUPO
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Domenica 17 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 11:54

Prima le udienze del riesame, poi l’audizione. Il procuratore capo della repubblica di Bari, Roberto Rossi, secondo fonti vicine alla commissione parlamentare antimafia, ha dato piena disponibilità a essere audito dai suoi componenti. Prima, però, avrebbe chiesto di aspettare il termine delle udienze del riesame. Domani tocca a Maria Carmen Lorusso, l’ormai dimissionaria consigliera comunale, indagata per voto di scambio politico mafioso, e al padre, l’oncologo Vito. Per entrambi, finiti ai domiciliari lo scorso 26 febbraio, l’avvocato Luca Castellaneta chiederà l’alleggerimento delle misure. Perché non ci sarebbe il rischio di reiterazione del reato. La decisione spetta al tribunale del riesame a cui hanno fatto appello anche altri indagati dalla Dda.

Intanto, mentre la magistratura avanza nella sua "caccia" agli esponenti della criminalità barese, dagli organi che stanno vigilando sulle implicazioni politiche e amministrative dell'inchiesta "Codice interno" arrivano pochi aggiornamenti. La Prefettura continua a leggere le carte ma senza certezze sulla composizione della commissione d'indagine. Né tanto meno trapelano novità sulla funzionaria dell'ente che avrebbe chiesto aiuto alla criminalità organizzata per dirimere una questione. Da Bari a Roma, poco si muove.

Sono passate esattamente due settimane dall'annuncio della presidente della bicamerale, Chiara Colosimo, sulla richiesta di accedere agli atti riguardanti le infiltrazioni mafiosi nella politica e nell'amministrazione baresi. 

I dettagli 

«Lo ha fatto – era l'annuncio della Colosimo – con la consapevolezza che gli oltre 130 indagati, gli oltre 110 tradotti in carcere, l’amministrazione giudiziaria disposta per l’Amtab, gli arresti e quello che emerge in queste ore riguardo il Comune di Bari ha e richiede una necessità di un approfondimento. Un approfondimento dei rapporti tra mafia e politica, cosa che faremo senza tentennamenti nel pieno rispetto del lavoro degli inquirenti». 
E il parlamentare, vice presidente della commissione, Mauro D'Attis aveva anche chiesto le audizioni del procuratore capo, Roberto Rossi, e del prefetto, Francesco Russo. Ma, comunicano da Roma, non sono state calendarizzate. Si aspetta la fine delle udienze del riesame. Del resto, la commissione parlamentare, dopo aver trattato in ufficio di presidenza il caso Bari, è stata subito travolta dall'inchiesta dossieraggio della procura di Perugia. Tutte le attenzioni si sono, quindi, spostate sui presunti spionaggi. E le audizioni del procuratore umbro Raffaele Cantone e del capo dell'antimafia Giovanni Melillo hanno fatto scalare tutte le altre in programma. 
Allo stesso modo, le carte sono all'attenzione della Prefettura che le ha acquisite lo scorso 5 marzo. La notizia dell'intervento della struttura di piazza Massari aveva scosso l'amministrazione locale. C'era anche stata una telefonata tra il sindaco, Antonio Decaro, e il prefetto, Francesco Russo.

Ma si tratta di un iter di routine nei casi in cui, dalle inchieste della magistratura, emergano presunti coinvolgimenti della classe politica. La prefettura lavora quindi sull'ipotesi di attivare una commissione di indagine sull'eventuale condizionamento della criminalità organizzata. Mancano pochi mesi alle elezioni e c'è da capire se ci siano i tempi necessari per avviare le procedure che potrebbero portare allo scioglimento del comune per mafia. Un'ipotesi che appare remota. Anche per i tempi burocratici. Il decreto prevede che gli accertamenti non terminano prima di tre mesi, e in caso di richiesta da parte della commissione è possibile avere una proroga di ulteriori tre mesi. 
Terminata questa fase, entro 45 giorni dal deposito delle conclusioni della commissione d'indagine, o anche nel caso in cui siano stati acquisiti elementi in ordine alla sussistenza di forme di condizionamento degli organi amministrativi ed elettivi, il prefetto, dopo aver sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica competente per il territorio, invia al ministro dell'Interno una relazione.

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