Punta Perotti: Comune, Regione e Ministero condannati a risarcire la Sudfondi

Punta Perotti: Comune, Regione e Ministero condannati a risarcire la Sudfondi
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Lunedì 12 Settembre 2022, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 17:22

E’ stata ribaltata la sentenza di primo grado: il Comune di Bari, la Regione e il ministero della Cultura dovranno risarcire con 8,5 milioni circa la Sudfondi Srl, ora in liquidazione, per il danno patrimoniale subito dall’abbattimento dei palazzi di Punta Perotti nel 2006.

Il presidente Emiliano

“Nessun dubbio sulla demolizione di Punta Perotti. La sentenza della Corte d’Appello di Bari - dice il presidente della Regione, Michele Emiliano - ha condannato gli Enti convenuti in giudizio (Comune, Regione e Ministero) per aver consentito agli inizi degli anni '90 la realizzazione di Punta Perotti e non certo per aver disposto l’abbattimento. Quindi parliamo di responsabilità amministrative risalenti nel tempo. Infatti, la Corte territoriale ha ritenuto che all’epoca della adozione (1990) e della approvazione (1992) delle due lottizzazioni e relativo rilascio della concessione edilizia (1994) il Comune non potesse farlo, perché lì non si poteva costruire, per la presenza dei  vincoli di inedificabilità previsti dalla normativa regionale e statale vigente.

Quindi i piani di lottizzazione non erano legittimi, perché privi della necessaria autorizzazione paesaggistica. La Corte d’Appello ha ritenuto responsabili anche la Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali (organo periferico del Ministero) e la  Regione, per aver consentito il rilascio della concessione edilizia. Finalmente una parola chiara e, spero, definitiva sulle responsabilità politiche e amministrative di questa vicenda”.

La nota del Comune di Bari

«La Corte d'Appello ha enormemente ridimensionato la richiesta della società costruttrice che ammontava a circa 540 milioni di euro. La Corte ha, inoltre, respinto la maggioranza delle richieste avanzate dalla SudFondi, accogliendo solo una parte della domanda, limitando il danno risarcibile a poco più di 8 milioni euro, oltre interessi». Lo dichiara in una nota il Comune di Bari, commentando la sentenza. «La sentenza, molto articolata e corposa, è in fase di esame da parte del collegio difensivo del Comune di Bari» continua una nota dell'amministrazione, evidenziando però che «la condanna, così limitata, è nei confronti in solido del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Puglia e del Comune per atti amministrativi, adottati agli inizi degli anni '90. All'esito dell'esame della sentenza, il Comune valuterà l'eventuale impugnazione del provvedimento, il cui limitato esito negativo è ampiamente coperto dai fondi rischi appostati da questa amministrazione nel proprio bilancio». «Nella fattispecie - spiega il sindaco Antonio Decaro - è bene chiarire che il Comune oggi è chiamato a farsi carico di responsabilità ascrivibili all'epoca in cui vennero rilasciati i titoli edilizi, risalenti agli anni '90. La sentenza chiarisce però inequivocabilmente che la richieste esorbitanti proposte dalla società costruttrice erano infondate per il 98%. Sarebbero infatti dovuti solo 8 milioni rispetto ai 540 milioni richiesti»

La sentenza di primo grado nel 2014

Nel 2014, in primo grado, il Tribunale rigettò la richiesta di risarcimento, oggi il provvedimento opposto. I costruttori lamentavano il fatto che avevano ricevuto dal Comune le autorizzazioni a costruire, salvo poi scoprire che sul lungomare sud non si poteva edificare. Da qui la richiesta di risarcimento, ottenuta parzialmente rispetto alla cifra chiesta di 540 milioni. La sentenza è lunga 230 pagine.

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