Fu esposto all'amianto durante il servizio di leva: il tribunale condanna il Ministero della Difesa

Aldo Martina
Aldo Martina
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Venerdì 1 Marzo 2024, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 17:10

L'esposizione all'amianto durante il servizio di leva alla Comos Brindisi, si rivelò fatale per Aldo Martina. La morte, avvenne nel maggio del 2019 a causa di mesotelioma pleurico legato all’esposizione all’amianto. Il tribunale di Roma ha così condannato il Ministero della Difesa che dovrà destinare una speciale elargizione di 200mila euro agli eredi, la moglie Anna, e i figli Emiliano e Sarah, mentre il Ministero dellInterno è stato condannato al riconoscimento di “vittima del dovere”.

I fatti

Martina era venuto a contatto con la fibra killer durante il servizio militare svolto quando aveva soli 20 anni (dal 21 agosto 1964 fino al 31 ottobre 1965) al Comos di Brindisi (Comando Gruppo Motosiluranti), e successivamente presso l'Arsenale Militare Marittimo della Spezia. In qualità di “Sottocapo Radiotelegrafista”, l’uomo era stato costantemente a contatto con polveri e fibre di amianto, utilizzando accessori come parannanze, coperte, guanti e pezze, in un ambiente di lavoro privo di qualsiasi misura di sicurezza. Ignaro dei rischi, si occupava della manutenzione e riparazione di impianti di comunicazione navale, manipolava rifiuti, compresi quelli contenenti amianto, senza che venisse dotato di adeguati dispositivi di protezione individuale. A confermarlo, la perizia del CTU, secondo la quale  Aldo era costantemente esposto all’inalazione di fibre di amianto aerodisperse nell’ambiente di lavoro provenienti da apparecchiature di sala macchine, tubolature, cavi e trattamenti coibentanti delle imbarcazioni. Tutte sostanze che si liberavano in ambienti ristretti. Anche le vernici usate a bordo contenevano asbesto, contribuendo ulteriormente alla sua esposizione.

Nel 2018, i primi problemi respiratori e, nell’agosto dello stesso anno, la diagnosi di mesotelioma, muore nove mesi dopo, vittima di una malattia causata da un ambiente di lavoro pericoloso. Nonostante l’evidenza, il Ministero della Difesa aveva rigettato la domanda risarcitoria, ritenendo che il mesotelioma fosse legato a una esposizione successiva al congedo e la famiglia ha ottenuto giustizia solo grazie all’azione legale dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), che ha ricostruito la vicenda.

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