Coniugi ammazzati a Carovigno, parla il fratello di Antonio: «Un uomo buono e qui ci vogliamo tutti bene»

Carmelo ha scoperto il duplice omicidio e ha dato l'allarme mercoledì

Carmelo Calò mentre ricorda il fratello
Carmelo Calò mentre ricorda il fratello
di Danilo SANTORO
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Venerdì 3 Marzo 2023, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 20:57


«Mio fratello non ha mai fatto male a nessuno. Non aveva soldi. Non so cosa sia potuto accadere. Perché hanno fatto tutto ciò? Sicuramente è stato un pazzo». È questa la spiegazione che si è dato Carmelo Calò, fratello di Antonio, l'uomo trovato morto insieme a sua moglie Caterina Martucci, mercoledì sera nella loro abitazione a Serranova, frazione di Carovigno.

Sui corpi ci sono ferite di arma da fuoco e al momento non è stata ritrovata alcuna arma. Gli investigatori sono certi xhe si tratti di un duplice omicidio. «Mio fratello - racconta Carmelo Calò- aveva un colpo vicino al collo.

C'era tanto sangue, pensavo che fosse stato colpito con un coltello, poi i carabinieri mi hanno detto degli spari. Non c'è proprio nessuno che poteva voler fare del male a mio fratello e non abbiamo fatto male a nessuno. Non i dava fastidio a nessuno».

Il dolore

Gli abitanti del piccolo borgo sono increduli per quanto accaduto. Nessuno al momento avrebbe sentito i colpi di fucile con cui sono stati uccisi i coniugi conosciuti da tutti: Antonio allegro, di compagnia, con le sua abitudini, Caterina riservata, che si vedeva raramente, sempre impegnata nelle faccende domestiche.
«Gente buona e semplice», racconta un altro vicino di casa della coppia. I coniugi Calò, che non avevano figli, vivevano nel casolare di famiglia da sempre; entrambi pensionati, l'uomo in estate saltuariamente faceva il parcheggiatore in un locale non molto distante dall'abitazione. Piccoli lavoretti per garantirsi una non facile quotidianità. «Ma era comunque sereno e tranquillo», ripete il fratello «nessuno ha nemici qui e tra marito e moglie non c'erano dissidi».

In questa piccola borgata infatti, dove vivono meno di 150 famiglie in inverno, si conoscono tutti. Un unico punto di ritrovo: il piccolo bar-alimentari. Poi le distese di ulivi secolari a pochi chilometri dal mare. Ettari ed ettari di campi coltivati. Anche Antonio curava il suo orto. Giornalmente. E lo aveva fatto anche mercoledì mattina, fino a quando il killer lo ha raggiunto in casa, uccidendo lui e la moglie. L'ipotesi della rapina non convince gli investigatori: la casa non è stata ritrovata a soqquadro, ed Antonio e Caterina conducevano una vita molto discreta. Senza fronzoli di alcun tipo: gli amici della borgata e la vita condotta nei campi, accudendo anche qualche animale.
Giornate pressocchè sempre uguali.«Vivevano con una pensione sociale. Sembravano fatti l'uno per l'altro. Mio fratello ci teneva molto alla moglie. È incredibile tutto ciò. Davvero - continua Carmelo Calò - è tutto inspiegabile davvero. Non so davvero a chi ed a cosa pensare. È stata una cosa improvvisa».

Il fratello preoccupato perchè non aveva notizie di Antonio mercoledì pomeriggio lo ha chiamato più volte. Avevano un appuntamento per raggiungere Carovigno. La vittima era sempre puntuale: ed ecco perché Carmelo ha temuto sin da subito il peggio. Mai però avrebbe potuto immaginare quella tragedia. «Penso e ci ripenso ma non riesco a trovare una risposta. Ci siamo sempre rispettati sin da piccoli. A Serranova - conclude siamo nati e cresciuti. È davvero incredibile quello che è successo».

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