Il capo è sempre lui, secondo l’accusa: Tobia Parisi. Ritrovandosi però in carcere, a fare le sue veci è la moglie, Veronica Girardo.
Passano i vip dai parcheggi, pagano anche loro, esattamente come tutti gli altri.
Capita però che ci siano anche serate free, come quella con Biagio Izzo all’Aranceto: erano stati acquistati 900 biglietti, previsto l’arrivo di 300/400 macchine. Non si paga, ma poi per la serata italiana, uno degli eventi di punta dell’estate ostunese, si ritorna a chiedere 2 euro ad auto.
Storce il naso la moglie del capo, alla richiesta del titolare dell’Aranceto, Aldo Iaia, di non chiedere un cent agli spettatori del comico. E sbotta: «Che me ne fotto, che faccio lui si arricchisce e io guardo stasera?». A dimostrazione, secondo i magistrati, del suo ruolo di vertice “facente funzione” nella gestione degli affari illeciti.
La banda non guardava in faccia nessuno quando si trattava di far pagare gli ingressi dei parcheggi per le discoteche. Nessuno poteva ottenere sconti, nemmeno i volti noti.
È successo in una domenica d’agosto del 2013 anche all'ex sciatore Alberto Tomba, cui è stato chiesto di pagare i due euro per il parcheggio dinanzi un'area di eventi nonostante fosse stato riconosciuto. A raccontare il retroscena fu Veronica Girardo a Tobia Parisi: «Domenica scorsa è entrato lo sciatore Alberto Tomba. Franco, l’addetto all’ingresso, gli chiede due euro". L’addetto all’ingresso aveva sì riconosciuto l’ex campione ma non per questo motivo ha considerato l’ipotesi di farlo passare gratuitamente. Il retroscena riguardava il Mashad ma, come ha spiegato la stessa Girardo, “comunque martedì all’Aranceto abbiamo preso bene”, confermando così il business che si nascondeva nella gestione dell’ingresso dei parcheggi nei pressi delle discoteche.