Degl'Innocenti: «Il nuovo MarTa ha bisogno di mecenati»

Degl'Innocenti: «Il nuovo MarTa ha bisogno di mecenati»
di Francesca CIURA
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Giovedì 17 Settembre 2015, 23:32 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 11:25
Eva degl’Innocenti, la nuova direttrice del Museo di Taranto, sceglie la Tre giorni di Fine Estate, il convegno organizzato dalla "Città che Vogliamo" per presentarsi ai tarantini, ma soprattutto per annunciare quale futuro ha in mente per il MarTa. Lo fa nel corso di un’intervista con il responsabile della redazione di Taranto di Quotidiano, Giovanni Camarda.



Il suo obiettivo è un rilancio, non solo di immagine, da realizzare con mezzi e strumenti tecnologici di ultima generazione, ma soprattutto attraverso quella che auspica «sia una proficua collaborazione tanto con il tessuto imprenditoriale locale quanto con il mondo universitario non soltanto tarantino ma anche con quello di altri atenei pugliesi, primo fra tutti quello di Lecce».



Ma c’è di più. L’idea è quella di allargare la partecipazione alle attività museali, forse sinora circoscritte all’elité cittadina o a quella di turistica prettamente di nicchia, a tutta la cittadinanza, a cominciare da quella scolastica. Una popolazione che seppur afflitta da mille problemi, primi tra tutti quelli legati, con annessi e connessi, alla disoccupazione, all’incertezza del futuro per migliaia di lavoratori, nonchè all’ambiente ed alla salute, potrà trovare, secondo la direttrice del MarTa, nella riscoperta delle nobilissime origini, l’input per avviare il riscatto sociale ed economico.



«So che Taranto - ammette - non vive un momento facile: è una città che ha tanti problemi da risolvere, ma credo che proprio nelle situazioni più difficili si possano trovare spunti ed elementi per poter rinascere: ed in tal senso la partecipazione alle attività culturali, di cui con il mio staff non appena mi insedierò, dal 26 novembre in poi, inizieremo a delineare, avranno come finalità non solo una più vasta visibilità museale, ma soprattutto la crescita del tessuto sociale del territorio. Un obiettivo che è stato già raggiunto in Bretagna dove, proprio grazie ad una sempre crescente coesione di tutte le forze del territorio, si è riusciti a controvertere i dati negativi. Sulla base delle esperienze pregresse, sento, anche in questo caso, di pensare in positivo. Sono ottimista». Purchè però, tutti lavorino per lo stesso obiettivo. L’idea della dottoressa Degl’Innocenti, in virtù peraltro del mandato assegnatole dal ministro Franceschini, prevede, tra gli altri, di predisporre una gestione assolutamente autonoma, di fare ”sistema” con le altre realtà museali, di interloquire con tutte le istituzioni e il mondo imprenditoriale, ma soprattutto di provvedere con «iniziative ad hoc, dirette in particolar modo al mondo della scuola e dell’Università, ad implementare la conoscenza e la fruizione del patrimonio archeologico».



Per il MarTa sarà un po’ come affrontare l’anno zero, non tanto sotto l’aspetto meramente tecnico (l’istituzione museale in sè già gode di luce propria, al punto che da quando sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione e dell’edificio e degli allestimenti dei nuovi spazi espositivi, ha registrato un incremento delle visite pari al 70 per cento), quanto per la risposta che la città potrebbe dare a questo cambio di ”vision”.



Nei progetti del nuovo direttore c’è difatti un ritorno al mecenatismo ad un modus operandi che, realizzatosi pienamente alla corte dei Medici, implementò la diffusione anche oltre i confini propriamente territoriali delle arti in genere. L’impegno della Degl’Innocenti sarà dunque anche incentrato sulla «ricerca di ”finanziatori” di coloro i quali decidano di condividere il progetto di espansione anche in chiave turistica del valore dei reperti custoditi all’interno del MarTa. Ci tiene inoltre a tornare sulle sue prime dichiarazioni a proposito di una partnership con la grande industria, a cominciare dall’Ilva, un nervo scoperto della città «Una frase estrapolata da un contesto più ampio, credo di essere stata fraintesa. L’intenzione era ed è quella di far passare un messaggio inerente alle novità introdotte adesso per le gestioni dei musei che per essere operativi ed efficienti, all’avanguardia necessiteranno di ”aiuti” esterni, degli imprenditori, piccoli, medi e grandi».



Operativamente, verranno formate tre strutture così suddivise: un consiglio di amministrazione, composto da cinque membri e presieduto dalla direttrice; un comitato scientifico ed un collegio dei revisori dei conti. «Siamo pronti, credo molto in questa esperienza».