Adri è di nuovo libera. La tartaruga catturata dai pescatori per errore a largo di Rodi Garganico è stata liberata questa mattina, nelle acque di Manfredonia dove sono stati presentati i risultati dell'operazione Eco Adri di Legambiente. Sono stati raccolti oltre 3mila chili di rifiuti nel mare della Puglia (2753 kg in circa 2 mesi) e del Veneto. Nell'80% dei casi si trattava di plastica resistente, poi retine per mitili, metallo, vetro e pneumatici. Obiettivo del progetto di raccolta è stato quello di contribuire a proteggere e ripristinare la biodiversità e l’ecosistema marino nel mar Adriatico con la partecipazione dei pescatori.
I dati
Di rifiuti in mare, biodiversità e ruolo dei pescatori nel progetto Eco Adri, finanziato dal Ministero della Sovranità alimentare tramite la Misura 1.40 del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), si è parlato oggi a Manfredonia, nel corso dell’incontro, presso il Centro di recupero tartarughe marine di Legambiente che ha visto la partecipazione di numerosi ospiti e relatori tra i quali Daniela Salzedo - Direttrice Legambiente Puglia, Giovanni Furii - Responsabile scientifico CRTM- Legambiente Manfredonia - Università di Siena, Antonio Di Bello - Sea turtle Clinic Dipartimento Medicina Veterinaria Università di Bari – Dipartimento Biologia Università di Pisa, Giusi De Castro –Ufficio Aree protette e biodiversità Legambiente Nazionale e Antonella Lauriola - l'assessore al bilancio del comune di Manfredonia.
Ad inaugurare la giornata però un lieto evento: la liberazione in mare, a largo di Manfredonia, della tartaruga Adri, un esemplare finito accidentalmente in una rete a strascico il 13 settembre, a circa 5 miglia a largo di Rodi Garganico.
Dopo un’accurata analisi da parte dei tecnici di Legambiente, la tartaruga che nei giorni ha espulso piccoli rifiuti tra cui un cerotto per medicazioni, è stata oggi accompagnata a largo dalla delegazione del progetto Eco Adri che ha potuto seguire l’emozionante momento del suo “tuffo” dal gommone e dell’immediata corsa verso la libertà, grazie anche al supporto e alla supervisione di un mezzo navale della Guardia Costiera e della Capitaneria di porto di Manfredonia.