Caparbietà e fiuto. La politica vissuta da vera combattente. Il ritratto di Adriana Poli Bortone

Adriana Poli Bortone
Adriana Poli Bortone
di ​Leda CESARI
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Giovedì 29 Febbraio 2024, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 14:51

“Comunali 2024: la Tigre ruggisce ancora”: e scusaci, Sandokan, per questo furto d’identità. Esagerazione? Insomma. Chi scrive, che qualche annetto ce l’ha pure, ricorda ancora con grande sbigottimento (e non senza un filo di amarcordiana emozione) di quando, nel 1999, lei, Adriana Poli Bortone, arrivò al primo congresso provinciale di Alleanza Nazionale all’Hotel Tiziano di Lecce, avendo contro tutti i maggiorenti locali di An, da Mario De Cristofaro ad Alfredo Mantovano – che le rimproveravano di fare il bello e il cattivo tempo nelle scelte di partito - alla fine del suo intervento, tutta la platea in piedi a piangere e inneggiare: “A-dri-a-na, A-dri-a-na!”. E poi quel tailleur giallo sole (il suo colore preferito) nel giorno del giuramento del primo governo Berlusconi, con lei neo ministro dell’Agricoltura - era giusto il 1994, “solo” trent’anni fa - in versione bruna e maliarda.

Sindaco di Lecce

Unica donna, non ancora sindaco e sindaco bis di Lecce (incarico che ricoprirà solo quattro anni dopo), a brillare in quel consesso esclusivamente maschile, tutto bardato di scuro, come una stella di ineguagliabile magnitudine: “Le soleil c’est moi”. “Il Sole sono io”. Chiaro, una strategica Vergine del 25 agosto, quindi ancora molto Leone (quindi molto rockstar) che vede rafforzata la sua vis scenica dall’ascendente Acquario, il segno dei pionieri. Dunque, tutto insieme, intelligenza, carisma, fiuto e grande capacità di intercettare l’aria che tira, ma pure - rovescio della medaglia – tignosità, un pizzico di egocentrismo, un po’ di sano individualismo che, nonostante l’acume politico, le ha procurato nel tempo non pochi nemici (tra cui, momento che ancora perdura, anche l’ex nipote acquisito Raffaele Fitto). E poi quell’anno di nascita, che andrebbe indagato anche da Alberto Angela per comprendere a fondo, antropologicamente, i motivi di quella capacità unica di stare sulla breccia a dispetto, ed anzi in spregio dell’età: 1943, brand natale – per dirne giusto qualcuno – di Al Bano, Mick Jagger, Orietta Berti. Altro che rockstar: veri e propri leoni. O tigri, appunto.

Nuovamente candidata

E Adriana Poli Bortone, dopo lunga e sofferta rincorsa (perché la mamma degli aspiranti, si sa, è sempre incinta), è finalmente atterrata nell’agone da cui, ai primi di giugno, uscirà il nuovo sindaco di Lecce. E, siccome il diavolo si diverte sempre, sfiderà in testa al centrodestra il candidato del centrosinistra, l’attuale primo cittadino Carlo Salvemini, dopo aver sfidato (e vinto) nel 1998 il di lui padre, il sindaco uscente Stefano Salvemini.

Fu il ritorno a casa della Tigre del Salento dopo gli anni della politica romana, che in realtà “l’Adriana” non ha mai smesso di praticare, neppure negli anni da regina di Lecce: d’altronde i suoi esordi nella politica da combattimento risalgono al 1967, quando – dopo la laurea in Lettere – affianca all’insegnamento l’impegno come consigliere comunale nel Msi, cui ha aderito da giovane e di cui diventa segretaria nazionale femminile dal 1981 al 1994, nonché componente dell'esecutivo nazionale dal 1981. Deputata per la prima volta nel 1983 – e riconfermata fino al 1996, nel 1995, aderendo alla “svolta di Fiuggi” impressa al partito da Gianfranco Fini, traghetta in Alleanza nazionale.

Ministro nel governo Berlusconi

Sono gli anni d’oro dell’Adriana: Silvio Berlusconi la vuole personalmente ministro nel 1994, come già detto, nel 1998 è sindaco di Lecce per la prima volta, nel 1999 eurodeputato di An, nel maggio 2002 rivince Palazzo Carafa contro Alberto Maritati con la percentuale record del 68,7 dei voti; nel 2007, non potendo ricandidarsi, diventa vicesindaco e assessore alla Cultura e alle Politiche Comunitarie dell’esecutivo Perrone. Ma – la storia è nota – finisce male, con la sua estromissione forzosa dalla giunta: si consolida e si consuma lo strappo con Fitto, che dura ancor oggi. Cominciano per lei anni strani, inquieti: senatrice con nel 2008 con il Pdl, lo lascia poco dopo per fondare il movimento autonomista “Io Sud”, con cui si candida per la bandiera in una serie di competizioni elettorali tra Provincia, e ancora il Comune di Lecce, la Regione. Aderisce prima a Fratelli d’Italia, poi a Forza Italia, ma nel 2019 torna all’antico amore, il Msi, da cui si allontana di nuovo nel 2022. E due giorni fa, nonostante – ed anzi in spregio – ai suoi quattro volte venti, riceve l’investitura di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi moderati, UdC, Nuovo Psi e Movimento Regione Salento: obiettivo, strappare Palazzo Carafa a Carlo Salvemini e alle sue truppe, stavolta nuovamente acclamata regina. Perché non c’è che fare, una Vergine ancora un po’ Leone ascendente Acquario è proprio così: coriacea, indomita, avventurosa a prescindere. Vai, vai poi a dare torto all’astrologia.
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