Michele Aportone, il presunto assassino del carabiniere in congedo Silvano Nestola, chiede di lasciare il carcere per incompatibilità. E' stato il giudice per le indagini preliminaria Sergio Tosi ad accogliere la richiesta presentata dall'avvocatessa Francesca Conte, che assiste Aportone, sulla base di una consulenza di parte. Secondo l'esperto il 71enne sarebbe affetto da una serie di patologie che necessitano l'assistenza domiciliare. La parola adesso spetta alla dottoressa Francesca Rucco che dovrà verificare la fondatezza dell'istanza presentata dalla legale di Aportone: in tal caso il 71enne lascerà il carcere di Borgo San Nicola e rientrerà a casa agli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico.
Un mese fa la conclusione delle indagini preliminari
Resta indagato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai motivi abbietti e futili l’imprenditore turistico Michele Aportone, 71 anni, di San Donaci, che con quelle contestazioni si trova recluso a Lecce nel carcere di Borgo San Nicola dal 24 novembre dell’anno scorso. Lo dice la chiusura dell’inchiesta sull’omicidio del maresciallo in congedo dei carabinieri Silvano Nestola, ammazzato a 46 anni con quattro colpi di fucile da caccia la sera del 3 maggio, attorno alle 21.50, nella sua Copertino sotto gli occhi del figlio di 11 anni.
Omicidio del carabiniere ucciso accanto al figlio, il Riesame: «Così ha agito l’assassino»