«Vogliono mettermi per strada con i miei bambini, mi chiedo soltanto come si possa pensare una cosa del genere». Storie di ordinaria disperazione a Gallipoli dove per una donna R.G., una giovane mamma, da un po’ di tempo è partito un countdown che finirà la sua corsa nella giornata di martedì prossimo, quando, per lei, si potrebbe concretizzare uno sfratto forzato. Ma quella di R.G. in realtà pare essere una vicenda incredibilmente surreale dal momento che la giovane mamma non è un’abusiva, non ha mai occupato una casa e quella dove ora vive, ovvero una casa popolare di proprietà di Arca Sud, le è stata offerta dai suoi genitori, dal momento che il papà era l’assegnatario di tale alloggio.
Paura per il figlio disabile
Ma ancora più surreale diventa la vicenda dello sfratto se solo si pensa che R.G. è mamma di una ragazza maggiorenne che con tanti sacrifici sta preparando gli esami di maturità e di due bimbi minori, di cui il più piccolo soffre di una sindrome autistica di gravità tre.
«Vivevo a Milano con il mio compagno – spiega R.G.- certo la vita non era facile ma si andava avanti con un minimo di serenità. A convincermi a trasferirmi è stata proprio mia madre, la stessa che ora vuole buttarmi per strada. All’epoca mi convinse a tornare a Gallipoli che mi avrebbe dato la sua casa popolare di via Carlo Massa, in quanto lei, sarebbe andata a vivere insieme a mio padre, che è l’assegnatario dell’alloggio, in una casa, sempre di Arca Sud, dove viveva il fratello di mio padre che da subito è stato poi rinchiuso in una Rsa. Sono arrivata e mia madre mi ha accolta con un bel pranzo e mi ha consegnato le chiavi. Poi tra me e mia madre sono iniziati alcuni litigi, lei si è anche separata da mio padre e ora, anzi già da tempo, rivuole la casa. Io non ho possibilità economiche ma anche se le avessi, qui non si trovano case in affitto, per non parlare del fatto che per mio figlio andare via da qui sarebbe un grande trauma».
La sentenza
Lo sfratto avverrà in virtù di una sentenza nella quale pare non sia stata nemmeno coinvolta Arcasud. Ma come può accadere tutto questo? «Confermo che Arca Sud non ha avviato alcun procedimento di sfratto nei confronti della signora R.G.» spiega il direttore generale di Arca Sud, avvocato Sandra Zappatore, che aggiunge: «E comunque non trattandosi di occupante abusiva non manderebbe mai per strada un nucleo familiare in stato di bisogno e con bambini minori. Confermo inoltre che l’alloggio di via Carlo Massa è di proprietà di Arca Sud Salento che è l’unico soggetto legittimato ad avviare azioni di risoluzione contrattuale o di sfratto». Ci si chiede dunque come sia potuto accadere un fatto così anomalo.
«Con gli uffici abbiamo avviato una approfondita istruttoria - continua Zappatore - per evitare che soggetti non in stato di bisogno possano speculare sugli alloggi di proprietà dello Stato e costruiti con le risorse della collettività per dare un tetto chi è meno fortunato, l’istruttoria è ancora in corso perché la situazione è molto complessa e prima di far sottoscrivere un contratto bisogna accertare il possesso dei requisiti con l’ausilio delle altre istituzioni ispettive». Quindi la madre di R.G. non è assegnataria di alloggio mentre il padre da sei anni non avrebbe più la residenza in quella casa. “Agli atti di ufficio - sottolinea Sandra Zappatore - la madre di R.G. non risulta avere un titolo idoneo e non ha un contratto con Arca Sud». Surreale quindi uno sfratto forzato? «Sono d’accordo la situazione è del tutto anomala- conclude l’avvocato Zappatore - proprio perché Arca Sud, pur essendo proprietaria, non ha mai avviato alcun procedimento di rilascio immobile».