Mafia, droga e pallottole, 125 anni di carcere al clan Montedoro

L'auto di Luigi Spennato crivellata di colpi
L'auto di Luigi Spennato crivellata di colpi
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Martedì 26 Marzo 2019, 13:38 - Ultimo aggiornamento: 13:39
Venti anni di reclusione a testa sono stati infilitti ai cugini Luca ed Antonio Del Genio, 28 e 33 anni, con l'accusa di essere stati gli esecutori materiali del tentato omicidio del 26 novembre di tre anni fa quando nella loro Casarano fu crivellato di colpi Luigi Spennato. Assolto invece dall'accusa di essere stato il mandante l'ex boss e nuovo collaboratore di giustizia Tommaso Montedoro,  43 anni, del posto.

Il dispositivo della sentenza di primo grado del giudice per l'udienza preliminare Cinzia Vergine ha ricosciuto a tutti gli imputati la riduzione di un terzo della pena previsto dal processo con il rito abbreviato. A Montedoro è stato concesso lo sconto di pena previsto per i collaboratori di giustizia per le accuse di associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e spaccio. Per questo la pena quantificata è stata di 15 anni e quattro mesi di reclusione.

Pena elevata anche per il suo braccio destro, Damiano Autunno, 53 anni, di Parabita: 12 anni ed otto mesi per gli stessi capi di imputazione contestati a Montedoro nel dispositivo della sentenza.

Ed ancora: 12 anni ed otto mesi a Giuseppe Corrado, 46 anni, di Ruffano; dieci anni ad Ivan Caraccio, 32 anni, di Casarano; sette anni e quattro mesi a Domiria Marsano, 42 anni, di Lecce; otto anni a Marco Petracca, 43 anni, di Casarano; sette anni a Maurizio Provenzano, 48 anni, di Cavallino; otto anni ed otto mesi a Lucio Sarcinella, 23 anni, di Casarano; due anni ed otto mesi a Sabin Braho, 36 anni, albanese residente a Brindisi; e un anno, un mese e dieci giorni a Salvatore Crusafio, 44 anni, di Matino.

Inoltre Autunno, Corrado, Caraccio, Crusafio, i due Del Genio, Montedoro, Petracca e Sarcinella sono stati condannati a risarcire i danni patrimoniali e non patrimoniali al Comune di Casarano costituitosi parte civile con l'avvocato Francesco Vergine.

Tre mesi il termine indicato dal giudice Cinzia Vergine per depositare le motivazioni della sentenza che spiegherà anche perchè sia astata accolta la tesi del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Guglielmo Cataldi, e del sostituto Massimiliano Carducci, titolare dell'inchiesta condotta con i carabinieri del Nucleo investigativo.

A difendere gli imputati gli avvocatiMario Coppola, Antonio Piccolo, Elvia Belmonte, Antonio Venneri, Simone Viva, , Giuseppe Corleto, Attilio De Marco e Sergio Luceri
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