La marcia contro la criminalità e un impegno: “Mai più”. Crediamoci

Il corteo di sabato mattina a Casarano
Il corteo di sabato mattina a Casarano
di Rosario TORNESELLO
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Domenica 10 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18:01

Molti giovani, tanti ragazzi, un po’ di adulti. Sguardi emozionati, volti disillusi. Sfilano le fasce tricolori, un uomo si affaccia al balcone, proprio davanti al luogo dell’esecuzione mortale di una settimana fa, ed espone uno striscione: “Mai più”. Non sarà facile, ma almeno ci si prova. Si scende in strada per riappropriarsi dei luoghi, degli spazi, dei simboli. E perciò della propria identità. Contro la criminalità organizzata non ci possono essere mezze misure né sfumature di colore: o di qua o di là. I tagli sono netti, nessuna area grigia in cui confondersi e mescolarsi. Con la mafia non funziona e non può funzionare. La contiguità è commistione; la convivenza (altra cosa la connivenza) è assuefazione. Alla collettività non sono richiesti compiti e ruoli da investigatori, men che meno da eroi. Già solo testimoniare con la propria presenza la forza di un’idea e di un impegno è rendere onore al senso del dovere. Dati i tempi di individualismo spinto, non è poco. Eppure spesso non basta.

Casarano ha vissuto la propria mattinata di mobilitazione in una giornata cupa, piovosa e grigia. Per un giorno emblema del Salento che torna a fare i conti – pesantemente e tragicamente – con una minaccia pervasiva e ingombrante, i clan, la mafia, la Scu. Il tempo trascorso è una variabile che incide non poco: l’azione prolungata diventa presenza endemica, e qui la criminalità organizzata assomma ormai fin troppi anni. Così incoraggia e preoccupa, insieme, il corteo per la legalità che taglia in due il centro e arriva proprio sul luogo del delitto, il punto esatto dell’uccisione di Antonio Amin Afendi. Incoraggia perché siamo qui, e su tutti i giovani, cui appartiene il futuro. Ma preoccupa perché siamo “ancora una volta” qui, che sia Casarano o un altro posto non importa. Non illudiamoci, certo. Ma neppure disperiamo: siamo in piazza e qui restiamo. “Mai più”: abbiamo un impegno da mantenere.