Accordo, Marti a Salvemini
«Non solo liste civiche
dialoghi anche con i partiti»

Accordo, Marti a Salvemini «Non solo liste civiche dialoghi anche con i partiti»
di Francesca SOZZO
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Mercoledì 14 Marzo 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:34
«Il sindaco Carlo Salvemini deve dialogare con l’intero centrodestra». Non solo con le liste civiche, dunque. È il messaggio che arriva da Roberto Marti, senatore della Lega e ispiratore della lista Grande Lecce che ha avviato un dialogo con il centrosinistra per un accordo di medio-lungo termine anti-commissariamento.
Una novità dopo che tutti davano ormai per scontato un accordo con il gruppo consiliare (4 voti) guidati da Antonio Finamore? Un modo per rimettere tutto in discussione o solo pre-tattica all’indomani delle consultazioni fatte partire dal sindaco (l’altro ieri Grande Lecce e Città del Mondo, sabato Mauro Giliberi)?
La dichiarazione c’è e, in questi giorni di febbrili trattative e di incontri, nulla va sottovalutato. «Oggi non ci sono le motivazioni - ha detto Marti ieri a Telerama nel talk condotto da Giuseppe Vernaleone - per dire al sindaco: “Vai a casa e commissariamo la città”. A meno che Salvemini non si metta a dialogare con l’intero centrodestra che oggi è la nuova maggioranza e di cui noi facciamo parte».
Il messaggio di Marti è il seguente: è inutile che Salvemini si ostini a convocare solo le liste civiche tanto più che Grande Lecce «fa riferimento ad un esponente nazionale del centrodestra, il sottoscritto». Dunque, emendamenti a parte (che potrebbero essere presentati in sede di Bilancio), la decisione di sostenere il governo Salvemini «sarà presa collegialmente dalla coalizione», ha aggiunto Marti. Di certo è impensabile che ci possano essere «stampelle o trasmigrazioni di consiglieri nella coalizione di Salvemini - ha concluso il senatore leghista - e oggi l’unica cosa da tenere in considerazione è il bene della città».
È proprio sulla base di questo il primo cittadino lunedì sera ha convocato i consiglieri di Grande Lecce - Antonio Finamore, Alberto Russi, Paola Gigante e Laura Calò - e il consigliere Monticelli Cuggiò per proporre <CL9.8><CS9.8><CP9.8>«una piattaforma di obiettivi politico-amministrativi e programmatici sottoscritta da me e dai consiglieri disponibili e poi resa pubblica»</CS></CL>, </CP>ha dichiarato Salvemini. Un patto di lunga durata: fino al 2020, dicono i bene informati. È la data in cui potrebbero - anche alla luce delle elezioni regionali - a crearsi nuovi equilibri. Ma, di certo, un patto che deve essere siglato alla luce del sole e reso pubblico con una sorta “passaggio” tra le file della minoranza.
Che Salvemini debba «dimostrare di essere un bravo amministratore», ne è convinto anche Monticelli Cuggiò, e «per questo deve dialogare con tutte le forze del centrodestra presenti in consiglio comunale - ha chiarito - E necessario, secondo me, che si individuino 4, 5 punti del nostro programma da inserire nel suo perché così com’è noi non lo possiamo votare». Monticelli Cuggiò chiede una sintesi «tra le due visioni di città, allora sì che potremmo dialogare. E tutto questo senza che si parli di inciuci o di poltrone. Se così fosse, allora farò di tutto per cercare di far ragionare anche i più ostici del centrodestra, se così non fosse, mi dispiace ma si dovrà andare a casa».
Non vuole il commissariamento, Monticelli Cuggiò, «e questo lo dico chiaramente. Se mi si chiede cosa è meglio il commissariamento o un accordo, è chiaro che io il commissarimento della città non lo voglio. Ma anche noi, che oggi siamo maggioranza, dobbiamo dare seguito al programma elettorale che abbiamo proposto con le liste a supporto di Mauro Giliberti».
«Io l’ho detto a Salvemini - ha dichiarato Monticelli Cuggiò che è stato contattato telefonicamente lunedì pomeriggio dal sindaco - il patto per la città io lo farei con l’intero centrodestra».
Le consultazioni? Sabato sarà il turno di Mauro Giliberti. «Sì, Salvemini mi ha contattato - ha detto l’ex candidato sindaco del centrodestra - e mi ha chiesto quando fossi stato disponibile per un incontro. Ci vedremo sabato perché sono fuori città per lavoro». Si ferma qui Giliberti e rinvia ogni altro commento al post incontro con il sindaco. Anche se, in passato, Giliberti ha più volte detto che mai e poi mai avrebbe votato le linee programmatiche di Salvemini né tantomeno il Bilancio.
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