Niente treni, l’ira degli operatori: «Terzo mondo, ci salva il fai-da-te»

Niente treni, l’ira degli operatori: «Terzo mondo, ci salva il fai-da-te»
di Valeria BLANCO
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Lunedì 10 Luglio 2017, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 12:16

Non bastano le recensioni entusiastiche del Salento sulle riviste internazionali di maggior prestigio. Non bastano gli sforzi degli operatori nel migliorare costantemente il livello della promozione del territorio e dell’accoglienza. E non bastano nemmeno i trend che danno il turismo nel Salento in costante crescita da ormai oltre un decennio. Il lavoro fatto viene in parte vanificato da servizi anacronistici, collegamenti che scarseggiano e da un sistema di trasporti affidato per lo più alla buona volontà e alle navette private, in regime di totale “autogestione” da parte degli operatori turistici.
È accolta con rassegnazione dagli operatori l’assenza, la domenica, di treni della Sud Est - recentemente acquisita da Trenitalia - che mettano in collegamento il capoluogo con le marine più gettonate come Gallipoli, Otranto e Leuca. Nonostante le promesse ieri, a stagione ormai avviata, i treni sono rimasti fermi. Nè dallo scarno comunicato diramato da Trenitalia si riesce a capire se e quando il servizio di collegamento sarà avviato.
«Ci siamo arrabbiati anche troppo in passato - spiega Mimmo De Santis, presidente provinciale di Federalberghi e titolare del villaggio Serra degli Alimini, a Otranto - e ora siamo passati oltre la rabbia. Siamo addolorati perché tutti i nostri sforzi nell’offrire ogni anno qualcosa in più, servizi migliori, vengono vanificati da servizi che mancano e da istituzioni che non si impongono per averli». Il paradosso è sempre lo stesso: con un volo economico si raggiunge Brindisi da Milano in un’ora e poi per arrivare a Otranto - tra navetta fino a Lecce e il treno che prevede il cambio a Maglie - magari ce ne vogliono altre due, quando va bene. «All’aeroporto di Bergamo - incalza De Santis - ci sono collegamenti con Milano ogni 15 minuti. Da Lecce a Otranto due treni al giorno. È chiaro che chi magari ha a disposizione solo un week-end e per ovvi motivi non vuole venire in macchina, o sceglie un’altra meta oppure andrà incontro a tante difficoltà negli spostamenti. Cerchiamo di andare incontro a questi turisti attraverso le convenzioni con i servizi navetta, che garantiscono prezzi calmierati, ma se qualcuno prende la navetta di propria iniziativa, rischia anche di spendere magari più che per il biglietto aereo».
 
Gli stessi problemi li denuncia Attilio Caputo, titolare della catena Caroli hotels - con alberghi sia a Gallipoli che a Leuca: «Manca una visione che comprenda anche i trasporti intermodali dall’aeroporto fino alla città dove ha sede l’albergo. In tema di trasporti pubblici, in dieci anni è cambiato poco o nulla: siamo ancora all’anno zero. Assurdo pensare a quanto siano scarsi i collegamenti con Gallipoli, rispetto all’appeal che la località esercita. Leuca poi, dal punto di vista del trasporto pubblico, è una località “remota” e meriterebbe certamente più attenzioni». Anche il questo caso, la salvezza per il turista che si vuole spostare si chiama navetta, e pazienza se bisognerà spendere qualcosa in più rispetto a quanto preventivato. Resta la possibilità del trasporto su gomma, offerto da un Salento in bus quest’anno potenziato, che però sconta tempi un po’ più lunghi dovuti al traffico.
Più ottimista dei colleghi è Vincenzo Stefano, titolare del campeggio Oasi park di Otranto, ma forse perché i suoi clienti - all’80% camperisti - soffrono meno il problema degli spostamenti. «Il problema dei collegamenti è atavaico - dice - e non ha fermato finora lo sviluppo turistico.

Anzi, ha imposto ai turisti l’uso di una mobilità alternativa, magari in bicicletta. E questo non dispiace. Certo, un potenziamento del sistema dei trasporti resta quantomeno auspicabile».

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