Otranto, Cariddi rinuncia al ricorso al Tar per la casa popolare: scintille con Donno

Otranto, Cariddi rinuncia al ricorso al Tar per la casa popolare: scintille con Donno
di Elio PAIANO
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Sabato 9 Ottobre 2021, 14:49 - Ultimo aggiornamento: 20:36

È scontro fra Leonardo Donno, deputato del M5s, ed il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi. Causa del conflitto, la casa popolare assegnata al primo cittadino e la rinuncia di quest'ultimo di persistere con il ricorso al Tar. L'uno e l'altro danno una interpretazione agli antipodi di questa scelta. Per Donno si tratta di una resa di Cariddi a fare valere le sue ragioni, l'interessato sostiene invece di avere optato per il contenzioso in sede civile dando seguito a quanto affermato dallo stesso Tar.

«Avevo ragione», sostiene Donno. «Dopo aver denunciato diversi mesi fa lo strano caso di un alloggio popolare nella disponibilità del sindaco di Otranto, fui accusato da quest'ultimo di strumentalizzazione politica della vicenda: “Farò valere le mie ragioni” disse. Ebbene oggi i fatti danno ragione a me: il primo cittadino ha depositato una dichiarazione di rinuncia al ricorso che aveva avanzato al Tar contro il provvedimento di decadenza che ArcaSud gli aveva notificato nel maggio scorso.

Adesso non ci sono più appigli, né scuse: quella casa deve essere liberata e riassegnata tramite apposita graduatoria a chi realmente ne ha bisogno. E - vorrei ricordarlo al sindaco Cariddi - non solo quella in realtà. Ce ne sono altre cinque - stando all'ultimo accesso agli atti effettuato dal sottoscritto - occupate illegittimamente da inquilini che non ne hanno più diritto».


Pierpaolo Cariddi stempera le verità del parlamentare: «Sin dal momento in cui il Tar ha respinto la sospensiva da me chiesta, rimandando alla decisione collegiale dello stesso, attraverso la quale sarebbe entrato nel merito della vicenda, ha chiaramente indicato il percorso in sede civile attraverso cui poter far valere le mie ragioni come promissario acquirente. Per questo motivo, evitando un contenzioso amministrativo tra Comune e sindaco, cosa che avrebbe portato a profili di incompatibilità, ho preferito seguire la strada della giustizia civile direttamente contro Arca Sud. Non si tratta dunque - spiega ancora Cariddi - di una rinuncia legata alla fondatezza o meno delle mie ragioni, bensì della scelta di seguire esclusivamente la strada giudiziaria più opportuna per ricorrere contro lo ex Iacp, oggi Arca Sud».


Il Tar, nel trattare il ricorso del sindaco, scrive che «...il rapporto intercorso tra il ricorrente (subentrato nell'assegnazione dell'alloggio alla assegnataria convivente ed a seguito del decesso di quest'ultima) e l'ex Iacp (ora Arca Sud Salento) e relativo all'immobile di cui trattasi appare -ad un primo sommario esame- esaustivamente definito e conformato fin dalla data di accettazione da parte del ricorrente della proposta di riscatto propostagli dallo Iacp...». Prima della rinuncia al ricorso, il gruppo di opposizione a Otranto aveva chiesto un consiglio comunale urgente per valutare, stante il contenzioso amministrativo tra sindaco, Comune ed Arca sud, se non ci fosse l'incompatibilità tra la carica di sindaco e tale azione avverso l'amministrazione comunale. Tale eventuale incompatibilità è ora scongiurata sia dalla rinuncia al ricorso che per via del contenzioso con la sola Arca Sud.


Cariddi prospetta sinanche la richiesta di risarcimento danni a Donno: «Mi auguro che, oltre a seguire le mie vicende personali, possa dare un contributo più ampio durante il suo mandato da onorevole. Al termine di questa vicenda valuterò se chiedere i danni a chi ha sfruttato politicamente una vicenda del tutto personale».
L'immobile in questione è quello di via Idrusa dove - come aveva accertato la polizia municipale - viveva la figlia del sindaco. Una casa di 45 metri quadrati in cui aveva vissuto la nonna del primo cittadino.

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