La procura di Lecce ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, del fratello Luciano e di altre 58 persone. L'udienza preliminare sarà celebrata il 10 marzo prossimo dinanzi al gup Alessandra Sermarini. Confermato il pacchetto di accuse del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e del pm Giorgia Villa.
Le indagini
Stando all’accusa, formulata sulla base di indagini dei i carabinieri del Nucleo investigativo, i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria e la polizia provinciale in quel di Otranto sarebbero stati commessi «plurimi» delitti contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro l’amministrazione della giustizia, al fine di agevolare un gruppo di imprenditori in una serie di iniziative private, in cambio del «consolidamento e incremento del consenso elettorale per Luciano Cariddi, già sindaco di Otranto e candidato al senato nel marzo 2018, nonché per il fratello Pierpaolo, subentrato quale primo cittadino».
Obiettivo e al contempo strumento, a parere della Procura, per la «realizzazione degli investimenti economici degli imprenditori amici realizzati con modalità illecite e con una vera e propria svendita del territorio del Comune di Otranto, in spregio agli strumenti urbanistici vigenti e alle norme di tutela del paesaggio». Vi sarebbero stati anche complici nell’ufficio tecnico comunale, per il rilascio delle autorizzazioni.
Gli imprenditori coinvolti sono Salvatore Giannetta, Raffaele De Santis, Roberto e Luigi De Santis, Luigi Bleve.
Parti offese il Comune, la Regione e il ministero della Cultura
Sono state individuate come persone offese dei reati il Comune di Otranto, la Provincia, la Regione Puglia, l'Inps, il ministero della Cultura, l'Agenzia delle entrate, l'ex comandante della capitaneria di Otranto, Elena Manni e Vito Spedicato.