«L'attivazione della Stroke Unit a Casarano è indispensabile, ma per come prevista espone i medici a possibili errori e i pazienti ad esiti fatali». I medici dei reparti di Neurologia e di Radiologia dell'ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano esprimono forti critiche alle modalità con cui sta per essere attivata (l'avvio era previsto per il 9 febbraio) la Stroke Unit, unità operativa che si occupa principalmente delle problematiche relative all'ictus ischemico o emorragico in fase acuta, provvedendo in emergenza urgenza all'inquadramento diagnostico, alla valutazione neurologica e clinica e alla somministrazione dei trattamenti più adeguati. In una lettera indirizzata ai vertici sanitari e politici, i professionisti lamentano che l'iniziativa è stata «avviata prima di un valido confronto e condivisione con i destinatari delle soluzioni proposte».
Critiche e perplessità
Al centro delle critiche ci sono la mancanza di attrezzature adeguate ad eseguire le diagnosi e l'assenza di personale qualificato in numero congruo per affrontare le emergenze nei tempi previsti dai protocolli (in un campo in cui il tempo di intervento è uno dei parametri fondamentali per ridurre al minimo le conseguenze sul paziente). Il personale medico evidenzia «la difficoltà di ottenere indagini neuroradiologiche dedicate al percorso dell'ictus con un solo neuroradiologo in servizio, unico soggetto con competenza consolidata in angioTC e Rmn encefalo».
Una difficoltà «non risolvibile con un supporto in remoto da parte della Neuroradiologia di Lecce, che può valere solo per una seconda opinione ma non può sostituire il radiologo che esegue ed è responsabile dell'esame».
L'allarme dei medici
E poi il passaggio fondamentale della nota dei professionisti: il trattamento trombolitico praticato senza un adeguato studio del circolo celebrale viene ritenuto dal personale «una procedura rischiosa e molto lontana dal gold standard offerto dall'ospedale di Lecce, e procedere a un trattamento con alteplasi sulla sola scorta dei dati clinici e della Tac basale non è una buona pratica clinica, espone il medico, decisore ultimo e responsabile della procedura, a possibili errori e il paziente a eventi avversi potenzialmente fatali». I medici, in conclusione, ritengono indispensabile l'avvio della Stroke Unit, ma sostengono che al momento sia attuabile solo l'avvio della sezione di terapia semintensiva neurologica senza procedure di trombolisi, in attesa di un aggiornamento formativo e di apparecchiature. Inoltre, viene rigettata la proposta di istituire la reperibilità pomeridiana, «non prevista dal contratto nazionale di lavoro». E viene contestata anche la decisione di affidare alla Neurologia l'onere dei trasporti secondari, «che comporta reperibilità notturna e festiva e due medici di mattina e due di pomeriggio»: una richiesta «non conforme ai percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali regionali sullo stroke», che invece stabiliscono che ad occuparsi dei trasporti secondari nello stroke sia il servizio di emergenza urgenza. Sull'intera vicenda intervengono anche i sindacati. Fassid e Cisl Medici, in una nota trasmessa ai vertici Asl, esprimono «preoccupazione in merito alla possibilità che non siano garantiti gli standard minimi qualitativi nei percorsi di diagnosi e cura dei pazienti affetti da stroke, con ripercussioni sulla sicurezza delle cure e sul rischio clinico». Da qui la richiesta di attivazione delle relazioni sindacali.