Salento, chiesti 4 anni e 6 mesi al comandante dei carabinieri: si rifiutò di pagare i lavori fatti da un imprenditore

Salento, chiesti 4 anni e 6 mesi al comandante dei carabinieri: si rifiutò di pagare i lavori fatti da un imprenditore
Salento, ​chiesti 4 anni e 6 mesi al comandante dei carabinieri: si rifiutò di pagare i lavori fatti da un imprenditore
3 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Marzo 2024, 21:16 - Ultimo aggiornamento: 21:18

Chiesti quattro anni e sei mesi di reclusione per il comandante dei carabinieri accusato di aver eseguito controlli mirati nei confronti di un imprenditore dopo essersi rifiutato di pagare i lavori eseguiti nella sua abitazione. 
Il processo con rito abbreviato per concussione a carico del militare - ex comandante di una stazione della provincia - è iniziato dinanzi al gup Angelo Zizzari. Nel corso dell'udienza, il pubblico ministero ha chiesto quattro anni e sei mesi di reclusione. Il 17 maggio sarà pronunciata la sentenza. 

L'accusa

Stando a quanto contestato dall’accusa, il carabiniere avrebbe rifiutato di pagare lavori edili eseguiti nella sua abitazione privata, minacciando “persecuzioni” in divisa ed eseguendo anche “controlli” insistenti all’imprenditore che chiedeva la riscossione dei crediti.

Controlli che effettivamente ci sarebbero stati. Secondo quanto rilevato nel corso delle indagini da parte degli investigatori, il militare avrebbe costretto l’imprenditore edile a eseguire lavori di manutenzione straordinaria presso la sua abitazione, situata in un paese del Sud Salento, per un importo di gran lunga inferiore rispetto a quello del preventivo. Avrebbe quindi versato una somma di 11mila euro a fronte del totale stimato, pari a 45mila euro. 

Dal luglio 2019, stando a quanto contestato, sarebbero poi partiti i “controlli”: una multa per guida senza casco, la contestazione per la guida di un mezzo sottoposto a fermo amministrativo e altre quattro multe sempre per infrazioni al Codice della strada, come il mancato uso della cintura di sicurezza e una contestazione per battistrada del pneumatico posteriore usurato e con lesioni. 
«Ingenerava - è specificato nell’imputazione - il fondato e ragionevole timore di ulteriori e più approfondite verifiche di ogni tipo anche perché ometteva di riportare nei verbali quanto dichiarato dallo stesso circa il credito che avanzava nei suoi confronti e la circostanza che si sentiva perseguitato». I fatti sarebbero stati commessi, sempre stando alle denunce, dal luglio 2019 al marzo 2023, e sono stati riepilogati nel capo d’accusa sulla base di quanto narrato dalla persona offesa. 

In seguito alla denuncia dell’imprenditore, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Lecce hanno avviato le indagini, terminate le quali il sostituto procuratore Donatina Buffelli ha chiesto il rinvio a giudizio del comandante. Il luogotenente, dal canto suo, si è professato del tutto estraneo alle contestazioni che gli sono state rivolte e pronto a dimostrarlo anche attraverso la legittimità del proprio operato, in occasione dei controlli. La questione è stata vagliata dal giudice delle indagini preliminari “allo stato degli atti” e con l’aggiunta di una perizia difensiva che rientra nel novero delle valutazioni del giudice. A maggio sarà emessa la sentenza sul caso, con il particolare rito che consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena, in caso di condanna. Il militare è difeso dagli avvocati Gianpiero Tramacere e Claudia Santoro, mentre l’imprenditore è assistito dell’avvocato Antonio Bolognese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA