Morto carbonizzato, un testimone: «Era vivo, ha chiesto aiuto»

L'auto distrutta dopo l'impatto e le fiamme
L'auto distrutta dopo l'impatto e le fiamme
di Luana PRONTERA
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Giovedì 28 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 14:10

«C’era molto fumo. Il ragazzo chiedeva aiuto, ma l’auto era bloccata e le porte non si aprivano», è il racconto di un testimone della tragedia che si è consumata nel tardo pomeriggio di martedì, intorno alle 19, lungo l’ultimo curvone della statale 274 in direzione Santa Maria di Leuca, nel territorio di Castrignano del Capo, dove un uomo di 42 anni, è morto carbonizzato nel giro di pochi minuti. La salma, recuperata nella tarda serata, si trova ora presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dov’è stata trasportata dopo il difficile recupero. Non è stata ancora formalmente identificata.

L'esame del Dna

Troppo gravi le condizioni per procedere al riconoscimento. Con molta probabilità, nelle prossime ore, verrà effettuato l’esame del Dna per avere maggiori certezze sull’identità del malcapitato. Dalla targa e dal telaio dell’auto, una Citroen Saxo verde, si è subito cercato di risalire al proprietario che, contattato più volte da amici e parenti sul cellulare, è risultato sempre non raggiungibile destando ulteriore allarme. La vittima è quindi ufficialmente ignota, ma tutto fa pensare che a perdere la vita sia stato Bernardo Loria, 42 anni, originario di Cosenza e residente a Casarano, socio e collaboratore di un locale a Santa Maria di Leuca. Sono stati contattati dai carabinieri il socio in affari e dei genitori, entrambi residenti in Calabria. Hanno raggiunto il nosocomio leccese già nella giornata di ieri. Sul corpo dell’uomo dovranno essere effettuati ulteriori esami. 
Al momento non è stato ancora disposto il rilascio e non ci sono indicazioni in merito ai funerali e al luogo in cui si svolgeranno.

Intanto, in paese, il racconto di quegli attimi continua a destare sgomento. Dopo lo scontro contro il guard rail, l’auto ha fatto un volo di 60 metri ed è finita in una scarpata. Si è accartocciata ed ha imprigionato il 42enne che ha provato a chiedere aiuto: qualcuno ha provato a soccorrerlo. Nonostante le richieste d’aiuto e i tentativi disperati di piegare le lamiere e aprire un varco nella carrozzeria accartocciata dell’auto, non c’è stato nulla da fare. Il fumo si è trasformato in rogo ed ha avvolto la vettura e il suo conducente. Sul posto è giunta un’auto medica e il personale del 118, oltre ai vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase e tre pattuglie di carabinieri facenti servizio nella locale stazione. I lavori per spegnere le fiamme, estrarre il corpo della vittima e rimuovere la vettura sono proseguiti fino a tarda notte a causa delle numerose difficoltà. L’uomo è stato estratto tagliando le lamiere della vettura completamente carbonizzata e accartocciata su sé stessa. La statale è rimasta chiusa al traffico fino alle 23, ora in cui il carro attrezzi ha issato il rottame dell’utilitaria. Le scioccanti ricostruzioni dell’accaduto corrono di pari passo con i ricordi del giovane.

Gestiva un locale a Leuca

Chi lo ha conosciuto ha parlato di un ragazzo solare, simpatico e molto presente. Un uomo che amava stare con le persone, che sapeva divertirsi. Viveva solo e si era trasferito in Puglia da circa 8 anni. Qui, proprio a Santa Maria di Leuca, aveva deciso di avviare un progetto lavorativo importante nel mondo della ristorazione. Ogni anno, in questo periodo, dopo il grande lavoro della stagione estiva, partiva per la Calabria per far visita ai genitori e stare un po’ con la sua famiglia. Quest’anno sono stati i genitori a dover partire per la Puglia per un saluto al figlio, l’ultimo. 

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