Angelina Mango: «Papà sarebbe fiero di me, sono una ragazza educata e gentile. Mia mamma felice e sconvolta»

La cantante lucana rende omaggio a Pino, morto a soli 60 anni durante un concerto. «Io prima donna a vincere il Festival dopo dieci anni? Bisogna continuare così, lavorare con determinazione»

Angelina Mango: «Papà sarebbe fiero di me, sono una ragazza educata e gentile. Mia mamma felice e sconvolta»
Angelina Mango: «Papà sarebbe fiero di me, sono una ragazza educata e gentile. Mia mamma felice e sconvolta»
di Mattia Marzi
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 00:34 - Ultimo aggiornamento: 14:40

«Papà cosa avrebbe pensato?», dice Angelina Mango, ripetendo la domanda, come per prendere tempo pensando a papà Pino, che ha omaggiato al Festival nella serata delle cover con La rondine. Un sospiro, un sorriso, una risposta che dice tutto di lei: «Io sono una persona educata e gentile: credo che prima di tutto sarebbe fiero di questo». Lui che è stato uno degli artisti più originali della musica pop italiana, sperimentatore curioso e insaziabile che avrebbe potuto regalare ancora qualche perla se solo un attacco cardiaco fulminante non lo avesse colpito nel 2014, a soli 60 anni, durante un concerto a Policoro davanti a 4 mila persone (tra queste c’era anche la figlia, che all’epoca aveva 13 anni), sarebbe fiero anche della Angelina musicista: la 22enne cantautrice lucana ha vinto il Festival di Sanremo 2024 con una canzone, La noia, che la vede unire con un filo invisibile il Mediterraneo al Sud America della cumbia, il genere musicale folkloristico nato dall’incontro tra le tradizioni dei popoli autoctoni colombiani, la cultura africana e la lingua castigliana dei conquistadores. 

Così Angelina - che ha battuto a sorpresa Geolier, campione al televoto con I p’ me, tu p’ te - è diventata la prima donna a vincere il Festival di Sanremo dopo dieci anni, tanti quanti ne erano trascorsi dal trionfo di Arisa con Controvento: dal 7 all’11 maggio rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest a Malmö, in Svezia.

Arisa è stata la prima a congratularsi con lei sui social. 

Cosa si può fare nell’industria affinché non si debba aspettare altri dieci anni per vedere una donna vincere Sanremo? 
«Bisogna continuare così, a lavorare con determinazione. Quest’anno non ha vinto una sola donna, ma diciassette: quelle che lavorano nel mio team (capitanato da Marta Donà, potente manager che con questa ha vinto il Festival quattro volte: nel 2013 e nel 2023 con Marco Mengoni e nel 2021 con i Maneskin, conquistando pure due medaglie d’argento nel 2016 e nel 2021 con Francesca Michielin, ndr). Anzi, diciotto». 

L’altra chi è?
«Madame, co-autrice della mia canzone. L’ho ringraziata subito, appena scesa dal palco, frastornata dal clamore e dall’emozione. Mi sembra tutta una follia».

Perché?
«Perché non mi aspettavo niente. Sono sincera. Non pensavo neppure che Amadeus mi prendesse in gara».

Suvvia, è stata una delle rivelazioni del 2023 e dopo “Amici” ha infilato in un uno-due perfetto hit come “Ci pensiamo domani” e “Che t’o dico a fa’”.
«Ma non era scontato che accadesse. Sto vivendo esperienze gigantesche, ma non sono arrivate dall’oggi al domani: ho lavorato a lungo per essere qui. E ora sento una responsabilità grande: quella di rappresentare l’Italia in Europa».

Lavorerà a un lancio internazionale?
«Non lo escludo. La musica è libera. Mi è capitato di cantare in italiano, in spagnolo, in napoletano. Magari un giorno lo farò pure in inglese».

A proposito del napoletano: ha incontrato Geolier?
«Sì. È una persona magnifica e sono contenta per i successi che sta collezionando».

Il rapper Frankie Hi-nrg ha scritto su X che lei ha vinto «per mano di un manipolo di membri di una casta mediatica», che hanno ribaltato l’esito plebiscitario delle votazioni pro Geolier del televoto. Cosa risponde?
«Sono dispiaciuta, perché lo stimo tanto».

Pensa che la sua sia stata una vittoria antipopolare?
«Le rispondo così: io mi sono accorta di aver vinto stamattina, quando sono uscita dall’hotel e ho trovato il bagno di folla ad aspettarmi per chiedermi selfie, autografi e farmi i complimenti (ieri ha annunciato il sold out del concerto evento “Pare una pazzia” al Fabrique di Milano del 17 aprile e annunciato una nuova data nel capoluogo lombardo il 26 ottobre - a Roma arriverà l’11 ottobre, all’Atlantico, ndr)».

Sua mamma Laura Valente, ex cantante dei Matia Bazar, che il palco dell’Ariston lo calcò nel 1992 e nel 1993 insieme alla band, cosa le ha detto?
«Che è fiera di me. L’ho videochiamata dopo la vittoria. Era con mio fratello Filippo (29 anni, ndr). È stata una telefonata silenziosa: non riuscivamo a parlare perché eravamo sconvolte».

Cosa ha pensato quando è caduta sul palco durante la finale?
«Pensavo di aver rovinato tutto: “Okay, la mia carriera è finita”, mi sono detta. Poi ho visto che tutti ridevano. E mi sono messa a ridere anche io».

Nel testo de “La noia” dice: “Parli di business, intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti”. Che rospi ha dovuto ingoiare?
«Nessuno, ho esasperato la mia incompetenza in ambito burocratico, con un ironia (ride)».

E queste “perline colorate per le bambine con i traumi” cosa sono?
«Le perline colorate dei bambini. Perché sono rimasta bambina. E avevo bisogno di un monito per ricordarlo a me stessa».

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