Grazie Letizia, il tuo inno alla vita è una storia d’amore che continua

di Maria Latella
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Lunedì 25 Luglio 2016, 02:58
Sabato mattina mi sveglio e come succede a molti di noi, controllo quasi in automatico i messaggi sul cellulare. Leggo il primo: «La mia vita è stata una grande storia d’amore. Grazie. Letizia». Segue indirizzo e indicazioni per un funerale. Sul momento resto confusa, non collego subito quel messaggio a lei, a Letizia Leviti, la collega di Skytg24, la donna forte, bella, ironica, bravissima che so essere malata da tempo. Non collego perché so che Letizia sta lottando, ci eravamo parlate qualche mese fa, la sapevo in contatto con la famiglia di Skytg24, col direttore Sarah Varetto, con i colleghi. Mi ero convinta che ce l’avrebbe fatta.

Leggo e rileggo il messaggio. Poi mi arrendo all’evidenza. Per un lungo attimo, tutto si ferma.

Letizia Leviti, giornalista di Skytg24, giornalista fino all’ultima punta dei lunghi capelli neri che il male aveva costretto tagliare è morta a casa sua, in Lunigiana, a Bagnone. Lascia il marito, tre bambini e una mamma che curava dispensandole amore come ha fatto con tutti e in tutti i suoi 45 anni.

Rileggo quell’sms: «La mia vita è stata una grande storia d’amore». Amore è la parola chiave della vita di Letizia.
Amore per il nostro mestiere. E amore per gli esseri umani. Perché se non ami gli umani come fai a raccontarli? Devi amarli, gli umani, anche quando descrivi le loro piccole e grandi debolezze, o ti immergi nei drammi di guerra, paesi lontani da dove Letizia informava i telespettatori di Skytg24.

Il messaggio, il suo ultimo servizio da tg dedicato a noi, i suoi colleghi, questo ci dice: prendete sul serio il giornalismo perché i nostri lettori, i nostri telespettatori, sul serio ci prendono. Credono a quel che diciamo e noi dobbiamo loro verità. Ma prendete sul serio anche la vita, che poi è occuparsi della tua famiglia, delle persone a cui vuoi bene e rispettare quelli che invece umanamente detesti.

Sapete perché il messaggio di Letizia è cosi forte? Certo, è la prima volta che, in Italia, un giornalista dice addio alla vita e alla sua famiglia professionale con un video. Ma non solo per questo. Il messaggio è forte perché è vero. Perché lei, Letizia, è stata così. Giornalista seria, appassionata, interessata alla notizia e non al metodo per fare un passetto avanti nella carriera. Donna generosa: anche scegliere di avere tre figli dice questo di lei, in un settore in cui, soprattutto in passato, le giornaliste avevano quasi paura di dividere il mestiere con la maternità. «Ho avuto tanto» dice Letizia nel suo messaggio e certo pensava alla gioia che le hanno dato i suoi bambini. «Non trascurate la famiglia per il lavoro. Niente deve dominarci, neppure il lavoro». Grazie Letizia per avercelo ricordato con nitidezza, il tuo messaggio si incide nella memoria parola per parola, anche se si ha la forza di ascoltarlo una volta sola.

E ora, oltre il messaggio, fatemi dire qualcos’altro di lei. Letizia Leviti era una giornalista ma non era autoreferenziale. Era essenziale. Andava al sodo delle cose. Si è avvicinata al nostro mestiere per merito, prima vincendo un concorso per giornalisti al parlamento europeo, poi come responsabile dell’ufficio stampa della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, infine facendosi apprezzare nella giovane redazione che Emilio Carelli costruiva nei primi anni 2000 attorno al nuovo telegiornale di Skytg24.

Non era autoreferenziale Letizia, ed aveva passione. La incontravo negli studi di Sky in via Salaria, a Roma, quando, ormai undici anni fa, tutti eravamo nuovi. Saluti veloci, stima reciproca. Negli anni della direzione di “A” ogni tanto proponeva un articolo. Scriveva bene perché parlava bene e aveva un timbro ironico che da un’inviata di guerra non ti saresti aspettato. Ma lei non era una cosa sola. Era tanto. Come diceva l’sms che ho ancora sul cellulare? «La mia vita è stata una grande storia d’amore». Continuerà, Letizia. E grazie a te.


 
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