Salvini: «Il dopo Silvio sono io». E rivendica l'operazione Sud

Salvini: «Il dopo Silvio sono io». E rivendica l'operazione Sud
di Emilio Pucci
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Lunedì 5 Marzo 2018, 07:10
Il suo primo commento ufficiale è stato «grazie». In quel grazie c'è la soddisfazione per aver superato Berlusconi. «Ora comandiamo noi nel centrodestra. Un successo, un grande risultato. Siamo i veri vincitori di queste elezioni», il commento di Salvini con i suoi. Il derby interno con Forza Italia è come un successo del suo Milan in Champions League. E proprio ai danni dell'ex presidente della sua squadra del cuore. «Aspetto i voti veri, non i sondaggi ma siamo vicini all'obiettivo storico del sorpasso», ha detto nel pomeriggio il giovane Matteo. La forchetta con il partito azzurro - paragonata con il dato della precedente tornata elettorale è stata completamente stravolta. Il segretario del Carroccio è pronto a rivendicare l'efficacia dell'operazione che ha portato la Lega a raggiungere record rispetto al suo passato.

EVOLUZIONE
«Tutti dovrebbero ricordarsi da dove siamo partiti», ha messo più volte le mani avanti il segretario della Lega. Le urne di fatto hanno sancito la trasformazione del partito da forza regionale che inneggiava alla secessione a realta' nazionale. Occorrerà vedere le percentuali che prenderà la lista dell'ex capogruppo alla Camera Reguzzoni che ha cercato di attrarre i delusi del nuovo corso salviniano ma Salvini porterà a casa molti parlamentari del Mezzogiorno. Una novità assoluta: basti pensare al boom in Sardegna, dove la Lega, si attesta anche al 13 per cento, in Calabria all'8 per cento e in Sicilia al 5,4 per cento. Si tratta ovviamente di primi dati parziali, poche sezioni scrutinate al Senato, ma sono indicative. Come il fatto che lo stesso Bossi sia tornato sulla cancellazione della parola Nord dal simbolo. «Nello statuto rimane, si tratta di una mascherata per il Sud», ha detto il Senatur.

Il dato atteso dai vertici del Carroccio è però quello del settentrione. «Sarà sotto una bandiera verde», si dice convinto Salvini che ieri ha votato nella scuola media Tommaso Gulli, in via Martinetti, a Milano. «Accoglienza spettacolare, siamo pronti a riprenderci questo Paese! Prima gli italiani», ha scritto su Facebook. Il leader della Lega ha avuto modo di scherzare con uno scrutatore che ha previsto un suo ritorno allo stesso seggio nel giro di tre mesi («Tie'», la risposta con tanto di corna) e di polemizzare sia con il Viminale per le code («Mi sa che qualcuno al ministero ha fatto casino, non puoi metterci un'ora a votare») che con Liberation («Sono nostalgici. Una pagina triste ma non perché quello che scrivono è vero ma perché sono tristi loro») che ha titolato Mamma mia! per il rischio di un governo populista in Italia.

STRATEGIA
Da oggi metterà a punto, sentendo anche gli alleati, la strategia, perché è chiaro spiegano i suoi fedelissimi che se nessuno ha raggiunto il 40% occorrerà capire il da farsi. Comprendere se c'è la possibilità di avere i numeri per formare un esecutivo: «Ascolteremo il Capo dello Stato, l'obiettivo è guidare il Paese ma noi della Lega abbiamo vinto. Se abbiamo i numeri io vado a palazzo Chigi». Al momento non c'è un piano B ma Salvini ai suoi premette che «con i Cinque stelle non andremo». Ha strizzato l'occhio all'elettorato pentastellato, concordando per esempio sulla necessità di abolire i vitalizi per gli ex parlamentari, ma un'intesa con Di Maio è un'altra cosa. Perlomeno per ora viene esclusa. «Si resta nel perimetro del centrodestra», spiegavano da via Bellerio. Ma bisognerà capire se Berlusconi accetterà di cedere il passo. «Dovrà farlo», l'aut aut di Salvini.

SOLIDITÀ
Prima della foto al tempio di Adriano di Roma, è stato un botta e risposta su tutto, dalla legge Fornero al tema della leva militare. La solidità dell'alleanza della coalizione potrebbe essere messa alla prova. Gli stessi fedelissimi invitano a riflettere sull'età anagrafica del Cavaliere e su come si svilupperà nei prossimi mesi il dibattito in Forza Italia. «L'unico leader possibile nel presente e nel futuro del centrodestra è Matteo», il refrain. La Lega è pronta a rilanciare la sua forza nella coalizione, l'obiettivo dell'Opa nei confronti di FI resta. Anche in considerazione della probabile vittoria di Fontana in Lombardia. La conferma della guida della regione viene interpretata come un tassello fondamentale. Sia per ribadire la supremazia della Lega che governa con Zaia anche il Veneto, ha ottimi rapporti con Toti in Liguria e si appresta a chiedere la candidatura per il Friuli con Fedriga. Sia per fronteggiare i nemici interni, ovvero l'ala maroniana che continua ad attaccare Salvini per aver cambiato pelle al partito. «Ho avuto ragione io, andiamo avanti così», la linea di Salvini.
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