Lavoro, salto avanti della Puglia: prima per crescita nel Sud Italia

I dati di Svimez nel report “Dove vanno le regioni italiane” dedicato alle previsioni di sviluppo fino al 2025. Il Tacco si distingue anche rispetto al Centro-Nord. Il vicedirettore Prezioso: «Un balzo sorprendente»

Lavoro, salto avanti della Puglia: prima per crescita nel Sud Italia
di Paola ANCORA
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Sabato 20 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 20:23

«Una crescita sorprendente». Un moto di sincera e felice sorpresa ha accompagnato le parole che il vicedirettore di Svimez, Stefano Prezioso, ha riservato alla Puglia in occasione di Expojob 2024, la fiera del lavoro organizzata da Arpal (Agenzia regionale Politiche attive del lavoro) che si chiuderà oggi a Miggiano, nel Salento, e che ha come scopo proprio quello di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di impiego, promuovendo l’inserimento lavorativo di disoccupati, inoccupati, neet e lavoratori cosiddetti “svantaggiati”.

«Nel panorama del Mezzogiorno - ha detto Prezioso - la Puglia si distingue in maniera netta e supera largamente anche i tassi di crescita occupazionale del Centro-Nord», dove notoriamente il tessuto imprenditoriale è più ricco e meglio strutturato rispetto a quello delle regioni meridionali.

Eppure, sostiene Svimez, qualcosa sta cambiando.

I dati

Nel quadriennio dal 2019 al 2023, la Puglia ha visto crescere il numero dei lavoratori di 76.600 unità, cioè di un +6,3%. Un balzo avanti non da poco e probabilmente legato anche all’effetto rimbalzo dopo lo stop forzato della pandemia da Covid. In particolare sono stati 41.100 gli uomini occupati in più (+5,3%) e 35.500 le donne che hanno cominciato a lavorare, pari all’8,2% in più. Una percentuale, quest’ultima, che non può che far ben sperare alla luce del fatto che da Bankitalia a Confindustria, dai sindacati agli economisti politici, la partecipazione femminile al mercato del lavoro è ritenuta unanimemente indispensabile per garantire lo sviluppo del Sud e del Paese.

Ancora qualche numero. L’andamento degli occupati tra il 2019 e il 2023, analizzato per settore di attività e area geografica, conferma che se il Mezzogiorno cresce del 2,3% il Centro-Nord dello 0,9% e l’Italia, nel suo complesso, dell’1,3%. la Puglia ha avuto un balzo in avanti del 4,5% nei vari settori dell’industria e del 6,3% in quello dei servizi, che abbraccia anche commercio e turismo. E che la regione voglia continuare a correre lo dice anche l’ottima partecipazione registrata in questi giorni a Expojob, nonostante la pioggia battente potesse rivelarsi un ostacolo. Soltanto nel pomeriggio del giorno di apertura, infatti, sono stati effettuati 437 colloqui dalle circa 80 imprese presenti nei vari padiglioni.

A questo riassetto organizzativo di Arpal e ai segnali positivi che arrivano da Istat e da Svimez, vanno affiancati però una sempre incisiva attività della Regione per attrarre imprese e investimenti e una oculata politica del Governo.

Lo studio presentato da Prezioso, infatti, ha evidenziato come negli anni della recessione fra il 2008 e il 2013 l’Italia, anziché adottare misure espansive, ha attuato politiche restrittive provocando un aumento del debito di 29,2 punti di Pil. Invece, fra il 2020 e il 2023 i Governi italiani hanno scelto di adottare misure espansive per contrastare gli effetti di pandemia e crisi energetica, provocando una crescita del debito pubblico di circa 3 punti di Pil , meno rispetto al resto dell’Eurozona (5,9 punti) e degli Usa (14,5 punti). «E sarebbe stato ancora più contenuto se soltanto il Superbonus, costato 100 miliardi - ha sottolineato Prezioso - fosse stato modulato meglio».

Dunque la ricetta per sostenere la crescita, che in Puglia comincia a veder fiorire i primi risultati, c’è ed è costruita sulla parola fiducia. Fiducia nel futuro.

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