Le città più inquinate d'Italia secondo Legambiente. Puglia sotto i limiti consentiti, ma lontana dagli obiettivi del 2030

Le città più inquinate d'Italia secondo Legambiente. Puglia sotto i limiti consentiti, ma lontana dagli obiettivi del 2030
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Giovedì 8 Febbraio 2024, 21:48 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 13:54

Nessuna città pugliese ha superato i limiti normativi per l'inquinamento ma la situazione resta piuttosto preoccupante ovunque, anche perché tutti i capoluoghi di provincia sono al di sopra di quanto sarà consentito per volere dell'Unione Europea dal 2030. Il report Mal'Aria di Legambiente mette in evidenza quali sono le città italiane messe peggio per l'inquinamento ambientale. «Le città con i valori medi più elevati di Pm10 sono Padova, Vicenza e Verona (tutte con 32 µg/mc), Cremona e Venezia (31 µg/mc), Rovigo, Treviso, Torino, Cagliari, Brescia e Mantova (30 µg/mc). Se si analizza il valore medio annuale di queste città dal 2019 al 2023, si noterà però come – di fatto – negli ultimi cinque anni i valori registrati siano stati sostanzialmente stabili. A Padova, ad esempio, i valori medi annuali sono stati 34 µg/mc nel 2019 e 2020, 30 µg/mc nel 2021, 32 µg/mc nel 2022 e 2023».

Per Pm2,5 si intendono le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 2,5 µm, una frazione di dimensioni aerodinamiche minori del Pm10 e in esso contenuta. Anche su quest'ultimo parametro le situazioni peggiori - rileva Legambiente -, pur avendo rispettato tutte le città il valore normativo di riferimento di 40 µg/mc, si sono avute a Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Palermo e Catania (33 µg/mc), Roma e Bergamo (32 µg/mc), e infine Como (31 µg/mc). Rispetto agli ultimi cinque anni, il biossido di azoto - ma qui non vi sono numeri pugliesi - è l’unico parametro che segna una tendenza in calo.

E in Puglia? La premessa è d'obbligo: il livello di particolato nell'aria, al momento, è al di sotto della soglia consentita. Eppure secondi i limiti che entreranno in vigore nel 2030 le città pugliesi sarebbero tutte fuorilegge. I valori più preoccupanti sono stati registrati presso la centralina di Andria, con 27 mg/mc di Pm10 e 13 di Pm2,5. Dato simile, almeno per il Pm10, a Barletta (27). Stabile, invece, quello del Pm2,5. Per quel che riguarda le altre città, al di sopra della media Lecce, con un Pm10 di 23 mg/mc. A quota 22 Bari e Foggia, a 21, invece, Brindisi e Taranto, su cui evidentemente l'industria pesante non incide.

Nessuna di queste, però, sarebbe in regola dal 2030. Ad Andria, ad esempio, si parla di una riduzione di partcielle del 26%. 

La lezione dell'associazione è chiara e si legge nella sintesi dei dati: «La lotta allo smog nelle città italiane è ancora in salita. Nonostante una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici nel 2023, le città faticano ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria. I loro livelli attuali sono stabili ormai da diversi anni, in linea con la normativa attuale, ma restano distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’UE, previsti per il 2030 e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenziando la necessità di un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone». 

Legambiente bacchetta, quindi, tutte le città italiane, ancora lontane dall'obiettivo fissato dall'Unione Europea. «Alla luce di questi dati - si legge nel report -, si rende inoltre necessario cambiare anche la strategia di monitoraggio sinora impiegata, aumentando il numero di centraline di monitoraggio in modo da garantire una copertura di tutte le principali aree urbane del paese. Attualmente, infatti, le centraline vengono dismesse per ragioni economiche e la scelta ricade in alcuni territori in cui per alcuni anni non sono stati rilevati “superamenti dei limiti di legge”».

A livello nazionale in testa alla classifica delle città più inquinate c’è Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi, seguita da Torino (Grassi) con 66, Treviso (strada S. Agnese) 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62. Anche le tre città venete, Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano), e Vicenza (Ferrovieri), superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53. Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36. 

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