Violenza contro le donne, Crepet: «I genitori siano più autorevoli. E lascino in pace le scuole»

Violenza contro le donne, Crepet: «I genitori siano più autorevoli. E lascino in pace le scuole»
di Leda CESARI
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Martedì 28 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 12:45

Episodi di bullismo invece degli scambi di figurine, stupri di gruppo al posto dei falò sulla spiaggia, e in alternativa ai flirt da “Tempo delle mele” relazioni tossiche che a volte finiscono male, molto male. Abbiamo per caso un problema con i nostri ragazzi? Lo psichiatra Paolo Crepet, in tempi non sospetti - ad esempio nel 2020, quando i fratelli Bianchi pestarono a morte a Colleferro così, tanto per gradire, il povero Willy Monteiro Duarte - aveva già lanciato un allarme che avrebbe dovuto essere preso nella dovuta considerazione: «I ragazzi sono vuoti», insistendo sul fatto che spesso la violenza diventa mezzo espressivo di un sé che scarseggia di altri contenuti. A distanza di tre anni la situazione sembra cambiata sì, nel senso di essere evidentemente peggiorata. E il caso di Giulia, la ragazza di Vigonovo massacrata perché aveva osato immaginare per sé un futuro lontano da un ragazzo “difficile”, è lì a dirlo in tutta la sua spaventosa, assurda normalità, ormai. Uccisa dall’ex fidanzatino per un no.


Professor Crepet, cosa sta succedendo ai ragazzi, ostaggi di una deriva sempre più violenta? È il caso di Giulia e Filippo un fatto isolato o il sintomo del malessere diffuso di una gioventù che si riscopre feroce? 
«Come si fa a dire che si tratta di un caso isolato a fronte di quasi 110 donne uccise in un anno?». 


Molte delle quali, tra l’altro, assassinate da uomini sempre più giovani, dicono le statistiche: l’esasperazione di un’onda violenta che coinvolge le ultime generazioni. 
«Mi pare normale, se i ragazzini continuano ad andare in discoteca a tredici anni con l’assenso dei genitori.

Che non devono poi lamentarsi se succedono delle cose, perché è evidente che fare baldoria a tredici anni fino alle tre di notte faccia aumentare il rischio di certe situazioni. Non sto dando per scontati gli stupri, sia chiaro, ma per gli eventi legati alla droga e all’alcol, alle corse pazze in moto il rischio aumenta».


La violenza come divertimento. 
«Un pane quotidiano che non abbiamo mai smesso di praticare. Basterebbe pensare alla violenza legata alla criminalità e anche alla microcriminalità, cose che in Puglia si conoscono, credo. E finché non si metterà mano a questo problema non so quanto potremo poi lamentarci se certe cose accadono».


Ma cosa accade nella mente di questi ragazzi? 
«Purtroppo nulla. C’è un vuoto educativo, non un pieno. E questo è davvero un disastro».


La violenza tra i giovanissimi è più un fatto maschile o femminile? Le gang “rosa” non sono ormai una novità. 
«Ho cercato di dirlo in questi giorni, è abbastanza evidente che ci sia un travaso dei peggiori comportamenti maschili nell’universo femminile. Abbiamo voluto la parità, ma se questa è parità io sono Napoleone Bonaparte».


I colpevoli sono sempre i genitori che spesso e volentieri non sanno dire di no ai loro figli? Nel caso di Giulia e Filippo, per esempio, si può dare la croce ai genitori del ragazzo per averlo educato male? 
«La croce no, ma una responsabilità sì. Altrimenti nessuno ha più colpa di nulla e siamo a posto».


Lo sa che all’indomani della cattura di Turetta è nato un gruppo Facebook che si chiama “Le bimbe di Filippo Turetta”, di fans del giovane assassino? 

«Non sono su Facebook, non ne ero al corrente».


Sono stati detti troppi sì a questi ragazzi? 
«Miliardi. Miliardi, senza alcun senso». 


Per pigrizia o incapacità educativa? 
«Pigrizia non so, ma certo per comodità».


C’è un certo narcisismo dei genitori nella difesa a oltranza di alcuni comportamenti sbagliati dei figli? Penso ai genitori che picchiano i docenti per i brutti voti in pagella. 
«Quello accade per ignoranza, non per narcisismo. Chi fa una cosa del genere è un analfabeta educativo, non sa minimamente cosa sia l’educazione».


Molti presidi e docenti lamentano il fatto che le famiglie abbiano ormai definitivamente scaricato il peso dell’educazione dei figli sulla scuola. 
«La scuola deve essere lasciata in pace a fare il suo mestiere. Io proibirei ai genitori di frequentare la scuola: solo una volta l’anno, per vedere dov’è. Il resto andrebbe demandato al giusto rapporto di fiducia che ci deve essere tra insegnanti e ragazzi e ragazze».


Davvero le madri sono le uniche colpevoli se i figli maschi diventano narcisisti incapaci di accettare un no? Instillare in loro l’idea di essere principini cui tutto è dovuto è davvero così fuorviante? 
«Sì, ma non ci sono solo le madri. Ci sono anche i padri, le nonne, tante altre persone. Non c’è un rapporto duale, e poi ci sono anche le principesse, se è per quello».


Insomma, dobbiamo lanciarci al recupero di quel famoso e vituperato principio d’autorità? 
«Questo purtroppo lo diciamo da decenni, ma non mi pare siamo stati molto ascoltati».


I no aiutano a crescere? 
«Certo. Se non siamo autorevoli, siamo fallimentari».
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