Il turismo pugliese nei mesi invernali non spicca il volo: molti treni sono già al completo per le date più richieste e con i prezzi proibitivi dei voli la vacanza in Puglia per le festività diventa, per molti, un miraggio. Agenzie, tour operator e albergatori che stanno investendo nella promozione di proposte per l’intero mese di dicembre fanno i conti con i nodi della mobilità e dei trasporti. Un paradosso, quello in atto, che pone un freno ai tentativi di destagionalizzare e vendere la destinazione Puglia oltre il mare. Gli investimenti “fuori stagione” ci sono: mercatini di Natale, luminarie, presepi, eventi; e sta crescendo anche l’interesse da parte dei viaggiatori. Raggiungere la Regione però diventa in questo periodo un salasso. Un volo da Bologna o da Milano costa quasi quanto una tratta intercontinentale e i biglietti dei treni, anche questi rincarati, per alcune giornate, sono già esauriti. Tanti pugliesi fuorisede infatti prenotano in largo anticipo il rientro per le feste natalizie, altri non trovando di meglio si adattano con bus o treni regionali con più cambi. I turisti invece rinunciano: «La vacanza deve essere un piacere non uno stress o un viaggio della speranza». Sotto accusa la politica, definita di sciacallaggio, delle compagnie aeree che prendono senza dare in cambio e nascondono le proprie responsabilità dietro l’algoritmo del “revenue manager”, ovvero il sistema di calcolo delle tariffe in funzione di determinate variabili. «La questione dei prezzi dei voli che nel periodo natalizio, come in quello pasquale, lievitano purtroppo non è nuova», spiega Giovanni Serafino, tour operator e presidente di Confindustria turismo Lecce. «Da tempo si ripete ed è un grande problema. In questi periodi gli italiani non hanno l’abitudine di prenotare in largo anticipo come per l’estate e trovando tariffe proibitive rinunciano a venire in Puglia. È una limitazione a cui bisognerebbe con urgenza trovare una soluzione: tutto questo riempie solo le tasche delle compagnie aeree e non porta nessun vantaggio né al turismo né al territorio considerato che le persone non riescono a spostarsi neanche per altri motivi. Inoltre per molte date, a ridosso di Natale e Capodanno, i treni sono al completo con il risultato che tanti non riescono a tornare a casa o a trascorrere un breve soggiorno ad un prezzo accettabile. Credo che bisognerebbe incidere sulle compagnie che spesso si nascondono dietro l’algoritmo automatico: questo sistema però è governato dall’uomo, occorre dare un tetto alle tariffe. Non dimentichiamo che molti di questi vettori low cost lavorano con le incentivazioni. In tali contratti va stabilito anche il prezzo massimo applicabile. Ci troviamo di fronte a molte persone che rinunciano a venire perché mentre chi deve tornare a casa, cerca il treno, il bus o altre soluzioni, il turista non deve fare un sacrificio per andare in vacanza e se non trova un biglietto ad un prezzo accettabile rinuncia e va altrove. È assurdo poi che ci sia un range così ampio e sproporzionato che propone biglietti da 10 o 20 euro fino a prezzi folli: è opportuno stabilire una forbice corretta e sostenibile per gli utenti e per le compagnie».
La nuova politica delle low cost
Prezzi alle stelle non solo per Natale, dunque.