Xylella, “Save the Olives” di nuovo a difesa del territorio: nasce la screenhouse per le nuove varietà di ulivo

Xylella, “Save the Olives” di nuovo a difesa del territorio: nasce la screenhouse per le nuove varietà di ulivo
di Maria Claudia MINERVA
5 Minuti di Lettura
Lunedì 30 Maggio 2022, 13:36 - Ultimo aggiornamento: 18:39

Dopo due anni di fermo, anche per i problemi causati dalla pandemia, ritorna l'impegno della onlus “Save the Olives”, fondata nel 2017, con l’obiettivo di combattere attivamente la xylella fastidiosa e tutelare il territorio pugliese. E ieri nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Adorno, a Lecce, è stato rilanciato il progetto con la presentazione della linea d'azione e delle nuove linee programmatiche.

«Il rilancio di Save the Olives passa attraverso un nuovo approccio rispetto al problema xylella, la onlus – è stato ribadito in conferenza - vuole essere tra i protagonisti della difesa del territorio pugliese, grazie ad un progetto olistico che deve unire pubblico e privato per rivolgere le forze verso un unico, grande obiettivo comune: salvare l’immenso patrimonio culturale e paesaggistico costituito dagli ulivi di Puglia e contestualmente rilanciare il Salento ormaicompletamente distrutto dalla batteriosi». La nuova linea di azione di Save the Olives parte, quindi, dalla consapevolezza che la xylella non può e non deve essere trattata come un problema del Salento ma come un problema italiano e di tutto il Mediterraneo. Da questa consapevolezza e dalle ultime evidenze scientifiche, sono nate le tre nuove linee programmatiche. Che puntano in particolare su: sostegno della ricerca; salvaguardia degli ulivi monumentali, la nascita di un nuovo paesaggio nel Salento.

Sostegno alla ricerca

In questi anni sono state scoperte due varietà di olivo resistenti, Leccino e Favolosa FS17. Questa scoperta rappresenta un punto di partenza ma è necessario individuare nuove varietà resistenti, ed agronomicamente produttive, per garantire una diversificazione e poter continuare a preservare il territorio pugliese.

Dopo oltre dieci anni di ricerca scientifica oggi sappiamo che l’innesto precoce (ovvero l’innesto effettuato prima che la pianta si ammali) è l’unica strada possibile per salvare gli ulivi secolari pugliesi.

Save the Olives vuole attivare specifici progetti di sensibilizzazione sulla pratica dell’innesto, perché è solo attraverso la condivisone della conoscenza che si può generare un reale cambiamento.

Creare un nuovo paesaggio del Salento

Il futuro del Salento è tutto da scrivere e passa attraverso un progetto ampio, concreto, integrato, legato alla riforestazione del territorio. Save the Olives vuole essere tra i protagonisti nella progettazione di questo nuovo futuro. «L’azione di Save the Olives viene supportata grazie al consolidamento di partnership strategiche come quella con Cnr (Centro Nazionale delle Ricerche) di Bari e con il suo braccio operativo nel Salento Foresta Forte, ma anche con partnership importanti nel mondo privato come quella con Natuzzi spa che ha deciso di sostenere il rilancio di Save the Olives» hanno ribadito i responsabili della onlus Costantino Parma, co-founder e vicepresidente di Save the Olives; Patrizio Ziggiotti, direttore operativo di Save the Olives; Arturo Parolini, direttore operativo di Save the Olives.

«La nuova visione di Save the Olives – hanno aggiunto - passa anche attraverso un nuovo modello di attività che utilizza il marketing e la comunicazione digitale per allargare lo spettro di azione della onlus a livello nazionale ed internazionale. Si punta a raccogliere i fondi a sostegno delle azioni sopra menzionate attraverso un canale e-commerce dedicato (savetheolives.com) dove saranno in vendita i prodotti realizzati in collaborazione con aziende, artisti, e tutti coloro che decideranno di sostenere attivamente Save the Olives.

E-commerce

Il canale e-commerce (savetheolives.com) sarà lanciato il 6 giugno con il nuovo website. Tutti i proventi delle vendite on-line, generate fino a settembre 2022, saranno destinati all’acquisto di una “Screen House”, una speciale serra funzionale ad assicurare il completo isolamento delle piante allevate al suo interno rispetto all’ambiente esterno. Le piante madri delle nuove varietà di ulivo che sono state individuate in questi lunghi anni di ricerca da parte del Cnr e Foresta Forte, e le nuove varietà di olivo in fase di test, saranno conservate nella “Screen House”, unico luogo che le garantisce da contaminazioni esterne. Questa speciale serra, unica nel suo genere, sarà quindi destinata a conservare le nuove varietà di ulivo individuate e create in Salento con ottimi caratteri di resistenza e produttività, e grazie alle condizioni ideali garantite al suo interno, di ridurre drasticamente i tempi fisiologici della ricerca.

Il Cnr di Bari

«La storia della patologia vegetale insegna che la selezione o lo sviluppo di germoplasma resistente è sicuramente tra le scelte strategiche più efficaci per la gestione a lungo termine di emergenze fitosanitarie - ra sottolineato il professor Donato Boscia, responsabile del Cnr di Bari -. Basti ricordare, come esempio, il superamento dell’emergenza fillossera con l’impiego di portinnesti resistenti con i quali fu ricostruita la viticoltura europea. Per la convivenza con xylella fastidiosa i Paesi che da diversi decenni gestiscono gravi emergenze in viticoltura (Stati Uniti) o agrumicoltura (Brasile) stanno puntando con successo sullo sviluppo di varietà resistenti di vite o di agrumi. Di conseguenza anche nel caso dell’emergenza xylella che sta investendo l’olivicoltura pugliese molti sforzi sono stati indirizzati sin dalla sua segnalazione nel 2013 nella ricerca o nello sviluppo di germoplasma resistente. In particolare, l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Cnr - ha aggiunto Boscia - ha scelto di orientare sin da subito parte delle sue linee di ricerca in questa direzione, consentendo in tal modo in una prima fase la rapida identificazione di due varietà con interessanti caratteri di resistenza, Leccino e FS-17, che per tale ragione sono adesso autorizzate all’impianto in zona infetta. Tuttavia il ritrovamento di caratteri di resistenza in queste due cultivar non è mai stato considerato un punto di arrivo bensì un incoraggiante punto di partenza per perseguire l’obiettivo di identificare o sviluppare un più ampio numero di cultivar resistenti, fondamentale sia per ridurre i rischi fitosanitari che una olivicoltura bivarietale inevitabilmente comporta, che per la necessità di ampliare il più possibile la biodiversità della coltura per ovvie ragioni di diversificazione delle caratteristiche organolettiche degli oli prodotti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA