La sua azienda finisce all'asta per pochi soldi: imprenditore si suicida il giorno dell'arrivo dell'acquirente

Il 4 gennaio si è rinchiuso nel capannone dell’azienda più lontano dalla casa in cui c’era la moglie e si è impiccato

La sua azienda finisce all'asta per pochi soldi: l'imprenditore si suicida il giorno dell'arrivo dell'acquirente
​La sua azienda finisce all'asta per pochi soldi: l'imprenditore si suicida il giorno dell'arrivo dell'acquirente
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Lunedì 8 Gennaio 2024, 20:45 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 12:54

Si è impiccato al soffitto del capannone della sua azienda zootecnica, nelle campagne di Laterza, in provincia di Taranto. Proprio mentre alla porta della masseria bussava il potenziale acquirente della sua proprietà del valore stimato in 330.000 euro, finita all’asta al prezzo base di 24.700 euro. 

E così, dinanzi alla prospettiva di perdere tutto quello per cui aveva speso una vita di duro lavoro tra stalle e foraggio, a 53 anni ha deciso che era meglio farla finita. Il 4 gennaio si è rinchiuso nel capannone dell’azienda più lontano dalla casa in cui c’era la moglie e si è arrampicato sino al tetto alto una decina di metri. Si è fatto forza e ha usato come scala un trattore e le balle di fieno assiepate nel magazzino. E con lucida freddezza si è impiccato. A trovarlo è stato un amico.

Lo cercava dopo che la moglie aveva lanciato l’allarme perché l’imprenditore non si era presentato all’incontro fissato per mostrare la proprietà al potenziale acquirente. 

Il dramma

Probabilmente, proprio quell’appuntamento è stato vissuto dall’imprenditore laertino come la fine della battaglia iniziata anni fa per salvare la sua azienda dalla procedura esecutiva. Un guaio iniziato con la stipula di un mutuo agrario di 60mila euro, non pagato del tutto a causa delle difficoltà alimentate anche dagli anni neri del Covid. In quel baratro l’imprenditore era sprofondato gradualmente. Poi aveva intravisto un barlume di luce e speranza grazie alle trattative avviate dall’avvocato Antonella Semeraro.

La legale aveva affiancato il 53enne insieme al "Movimento per la Legalità". Aveva spuntato un accordo con le due società di recupero credito che avevano richiesto il pagamento di quel debito intorno ai 40.000 euro. «L’ho rassicurato sino alla sera prima. Gli ho spiegato che potevamo farcela» - racconta l’avvocato. Evidentemente lo stress della corsa al ribasso del prezzo dell’azienda, provocato dalle aste deserte, e quell’ultima tappa per mostrare la sua proprietà, hanno vinto la resistenza dell’imprenditore. «Era un gran lavoratore animato da enorme dignità - aggiunge l’avvocato Semeraro che ora ha già chiesto di sospendere l’asta per consentire alla vedova dell’imprenditore di subentrare negli accordi con i creditori e salvare la proprietà. Mentre dopo la tragedia il Movimento per la legalità ha convocato un incontro chiamando a raccolta le istituzioni. Si vuole avviare una riflessione sui tanti casi analoghi per individuare percorsi per aiutare chi da solo non riesce a rialzarsi. Per evitare che altre vite possano essere stritolate da meccanismi che, anche se legali, troppe volte si traducono in labirinti senza apparenti vie di uscita.

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