Melucci, prima le dimissioni poi maggioranza arcobaleno

La strategia del sindaco: rompere il fronte di opposizione progressista e allargare la maggioranza al centrodestra

Melucci, prima le dimissioni poi maggioranza arcobaleno
di Paola CASELLA
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 14:56

Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e la sua squadra sono riusciti, grazie all’imprevedibile soccorso giunto da Luigi Abbate, ad evitare lo sfratto da Palazzo di Città, ma il problema dei numeri resta.
Con 15 consiglieri non si può sperare di governare con serenità e soprattutto al riparo da possibili fibrillazioni scatenate ora da questo ora da quel consigliere. Il sindaco, sconfessando i partiti, che ora sono tutti all’opposizione, si è consegnato alle scelte dei singoli consiglieri.

L'ipotesi

Nelle ultime ore, però, Melucci starebbe pensando, con il supporto dei suoi consiglieri politici (come conferma una nota a firma di Italia Viva), di mettere a punto una strategia che potrebbe permettergli il conseguimento di un duplice risultato: rompere il fronte di opposizione progressista e allargare la maggioranza al centrodestra. Il sindaco potrebbe porre in atto tale strategia una volta passato indenne dalle forche caudine del 24 febbraio, giorno entro cui un’eventuale caduta anticipata dell’Amministrazione avrebbe consentito di votare a giugno, eventualità ormai accantonata. 
Dopo questa data, in caso di sfiducia, non si voterebbe più a giugno, ma ci sarebbe un commissariamento di un anno e mezzo. Ecco perché i suoi oppositori avrebbero voluto raccogliere le firme in tempo utile per consentire le elezioni tra pochi mesi. L’ipotesi in campo nelle ultime ore prevede che sia Melucci stesso, già a partire dal 25 febbraio, a presentare le proprie dimissioni, dimissioni che potrebbe, in realtà, ritirare entro 20 giorni. 
Nelle more di tale scadenza, il sindaco potrebbe chiedere ai consiglieri comunali di ogni schieramento politico di sostenerlo, pena la caduta anticipata dell’Amministrazione ed il lungo commissariamento.


Il suo auspicio sarebbe che dinanzi a questo scenario possa farsi avanti nella veste di “salvatore della patria” qualche consigliere comunale, magari di centrodestra, forse proprio uno dei tre firmatari indecisi fino al tardo pomeriggio di lunedì (Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano di Fratelli d’Italia e Francesco Battista della Lega) o quelli di Svolta liberale (Walter Musillo, Cosimo Festinante e Francesco Cosa). A quel punto l’ipotizzata intesa tra Melucci ed il ministro di Fratelli d’Italia Raffaele Fitto potrebbe mostrarsi alla luce del sole e giustificata da nobili intenti: assicurare alla città un governo stabile. 
Si potrebbe persino rompere il fronte progressista, richiamando qualche altro consigliere pronto nel caso a non sottrarsi al famoso senso di responsabilità per il bene della città. L’operazione potrebbe essere denominata “governo di sanità pubblica” per evitare che qualcuno possa etichettarla come un vero e proprio rovesciamento della volontà elettorale e chiamarla, dunque, “ribaltone”. 
In realtà, qualora questa ipotesi si concretizzasse, si richierebbe di allargare la distanza tra la politica e i cittadini aumentando l’astensionismo perché rafforzerebbe il concetto che, purtroppo, ha attecchito da tempo tra gli elettori e cioè che le elezioni da momento eminente di democrazia sono diventate un’inutile perdita di tempo. 
In questo scenario è evidente che una nuova maggioranza “arcobaleno" di Melucci supererebbe il limite di 15 consiglieri. Nelle scorse ore sarebbe stata paventata, inoltre, l’ipotesi di sfiduciare il presidente del consiglio comunale Piero Bitetti che lunedì scorso si è recato dal notaio ed ha firmato per la fine anticipata dell’Amministrazione. La nuova maggioranza potrebbe puntare al suo posto sul consigliere Luigi Abbate che a quel punto diventerebbe figura istituzionale di garanzia.
Intanto, la coalizione progressista nelle scorse ore ha continuato a ricercare il famoso 17esimo consigliere disponibile a recarsi dal notaio per far cadere anticipatamente l’Amministrazione.

Ma, ovviamente, non l’hanno trovato.

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