Otto arresti per un appalto comunale truccato da sette milioni di euro relativo al cimitero San Brunone di Taranto. Sono indagati anche alcuni dirigenti del Comune e il comandante della Polizia Locale. Gli arresti sono stati messi a segno questa mattina dalla squadra Mobile della Polizia di Taranto e riguardando la commessa relativa ai servizi cimiteriali. I provvedimenti restrittivi sono stati spiccati dal gip su richiesta della procura nei confronti di otto indagati per i reati di turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio. I provvedimenti, firmati dal gip Giovanni Caroli su richiesta del pm Francesco Ciardo, sono stati eseguiti alle prime ore della mattinata odierna. Nella clamorosa inchiesta sono indagate complessivamente 13 persone tra amministratori di fatto e di diritto della società Kratos, dirgenti e funzionari comunali, e necrofori in servizio nel cimitero. Nel corso dell'operazione sono state eseguite anche diverse perquisizione. In casa di due indagati sono stati sequestrati complessivamente 28.500 euro in contanti.
L'inchiesta
L’indagine, condotta dagli investigatori della Squadra Mobile di Taranto si è sviluppata dall’aprile del 2021, a seguito di un incendio, avvenuto nei pressi dell’ingresso principale del cimitero San Brunone di Taranto, di due automezzi di proprietà di una società che all’epoca dei fatti gestiva, per conto del Comune, i servizi cimiteriali.Gli investigatori hanno ricostruito l’intricata vicenda che ha visto come protagonisti alcuni dipendenti del Comune e alcuni soggetti appartenenti ad una Società Cooperativa Sociale. Dalle indagini, sarebbe emerso l'accordo tra gli indagati per consentire alla società di aggiudicarsi illecitamente la gestione dei servizi cimiteriali con un importo della gara di appalto di oltre 7 milioni di euro. In particolare, alcuni dipendenti del Comune avrebbero modificato i punteggi attribuiti alle offerte tecniche per favorire irregolarmente la società in cambio di denaro. L' attività di polizia giudiziaria avrebbe fatto emergere anche l'esistenza di un’associazione per delinquere, composta da alcuni necrofori i quali avrebbero posto in essere numerosissimi episodi di estorsione aggravata, nonché di concussione a danno degli utenti dei cimiteri, utilizzando per tale scopo anche la “cattiva fama” di un noto esponente di un gruppo criminale tarantino, deceduto dopo la conclusione delle indagini.
I provvedimenti
Il gruppo dei necrofori avrebbe ottenuto dai familiari delle persone decedute, direttamente o attraverso l’intermediazione di agenzie funebri o di dipendenti cimiteriali, somme che variavano dai 100 ai 250 euro per ogni singola procedura di tumulazione o estumulazione.