Cipolle care e introvabili, prezzi su del 130%: pesano gli attacchi nel Mar Rosso

L’India, primo produttore mondiale, ha bloccato l’export. E così l’Egitto

Cipolle care e introvabili, prezzi su del 130%: pesano gli attacchi nel Mar Rosso
Cipolle care e introvabili, prezzi su del 130%: pesano gli attacchi nel Mar Rosso
di Carlo Ottaviano
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Sabato 10 Febbraio 2024, 22:09

Chissà cosa consiglierebbe Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena: passata alla storia per il suo «Se non hanno più pane, che mangino brioche», oggi dovrebbe proporre un’alternativa alle cipolle, l’ortaggio più consumato al mondo, dopo le patate. In Italia sono acquistate regolarmente dal 78% delle famiglie.

Che non ci rinunciano neanche di fronte all’impennata dei prezzi dell’ultimo anno e in particolare delle ultime settimane.
Più facile negarsi il piacere di un frutto fuori stagione o esotico, ma non di un paio di cipolle, ingrediente essenziale in cucina. Eppure, è ben concreto il rischio dell’assenza di prodotto sul mercato, dopo le ultime decisioni di India (primo produttore mondiale) ed Egitto che hanno confermato il blocco delle esportazioni fino al 31 marzo, per garantire l’approvvigionamento ai loro abitanti.

I commercianti di tutto il mondo hanno puntato subito sulla Cina, accettando prezzi superiori al 30% rispetto ad appena poche settimane fa, ma la situazione non è migliorata: gli attacchi alle navi nel Mar Rosso hanno dissuaso i cinesi a organizzare le spedizioni lungo il canale di Suez.

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L’IMPENNATA

In Europa il clima ha ridotto drasticamente le coltivazioni. E così i prezzi al dettaglio hanno raggiunto record storici mai toccati prima, con aumenti in alcune città superiori al 130%. Impossibile trovare le dorate, le più popolari, a meno di un euro al chilo, mentre le più care restano le rosse di Tropea, intorno ai 3 euro al chilo.
Le rosse di altre zone e le bianche nei supermercati sono mediamente a 1,40 al chilo. I prezzi sono alti già nei mercati all’ingrosso come rilevato dal confronto fatto da Ismea dei dati di gennaio 2024 col precedente: + 61,5% le tonde bianche; + 65% le tonde gialle; + 62,4% le tonde rosse.

L’Italia ha sempre dovuto comprare all’estero, non essendo autosufficiente. La superficie coltivata a cipolle nel 2023 (dati Istat) è stata di 12.633 ettari per una produzione di 4,044 milioni di quintali. Emilia Romagna (2.433 ettari), Molise (1.986) e Puglia (1.755) le regioni con la maggiore produzione.

Le Igp sono due: la cipolla rossa di Tropea in Calabria e la bianca di Margherita nelle zone di Barletta e Foggia in Puglia. In arrivo – si spera – c’è il riconoscimento europeo anche per la Ramata Dolce di Montoro della provincia di Avellino.

L’ultima stagione è stata disastrosa a causa del maltempo che ha infierito sulle coltivazioni romagnole e decimato quelle al Sud. I grandi commercianti sperano su un buon raccolto in aprile delle tonde bianche della Sicilia (quarta regione produttrice) e della bianca di Margherita che cresce nei terreni sabbiosi della Puglia. Previsti però dei cali rispetto al 2023. «Responsabili – spiega Giuseppe Castiglione, presidente del Consorzio di tutela - sono i cambiamenti climatici imprevedibili che favoriscono il sorgere di malattie sulla pianta in crescita, oltre a determinare l’aumento dei costi di produzione».

LE COLTIVAZIONI

In tutto il mondo le produzioni in calo e i prezzi in salita spingono anche gli investimenti in nuove coltivazioni. Come sempre, in Europa, è la Spagna a intercettare la tendenza. Le aziende sementiere registrano una notevole crescita delle vendite, soprattutto per le varietà precoci in Andalusia e Murcia. La superficie coltivata già quest’anno è cresciuta del 16%. Perfino l’Austria ha iniziato a esportare cipolle, mentre Danimarca e Olanda ricevono richieste dal resto del continente.

A livello mondiale, il focus stilato da Freshplaza vede «il Messico con scorte di cipolle inferiori a causa dell’impatto delle tempeste e degli uragani dello scorso agosto, che hanno portato a una minore produzione. La pressione sulle forniture di cipolle nordamericane potrebbe farsi sentire fino ad agosto, quando i messicani si rivolgeranno agli Stati Uniti per rifornirsi». Anche il Canada orientale è stato colpito da molte piogge che hanno avuto un impatto sulle coltivazioni e scarse sono state le forniture di cipolle dolci dal Perù agli Stati Uniti. Il Perù ha però aumentato le esportazioni di cipolle verso la Spagna per colmare il vuoto lasciato dal divieto dell’Egitto.

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