Anche Roma ha il suo Titanic, sul Tevere spunta la nave fantasma

La nave spiaggiata
La nave spiaggiata
di Michele Galvani
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Martedì 15 Maggio 2018, 20:03 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 19:09
L'hanno già ribattezzato il "Titanic di Roma". Non è affondato, certo. Piuttosto è spiaggiato. Ma rappresenta comunque una specie di disastro. Più ambientale e di immagine che altro. Nessun morto, dunque. Sia chiaro. E qui non siamo nel mezzo dell'Oceano e di certo non c'è stato un urto con un iceberg. Non ci sono neanche Jack e Rose che si inseguono, scappano, ballano, ridono e si innamorano come nel film del 1997 campione di incassi. Ma fatto sta che Tiber II è una sorta di fantasma buttato su una banchina del Tevere, all'altezza di lungotevere della Vittoria, dimenticato, forse abitato. Antonello Palmieri, presidente di Romanuova, racconta: «Nel corso di una passeggiata in bicicletta sulla ciclabile – chiamiamola così – lungo il fiume Tevere, abbiamo scoperto dove finisce la propaganda delle istituzioni, e dove comincia la realtà. Tra fango, buche, water e bidet, scatole di polistirolo, vecchi arredi di plastica, decine di biciclette a noleggio vandalizzate, dobbiamo prendere atto che oggi questa è Roma. Ma abbiamo soprattutto “scoperto” dov’è finita la motonave Tiber II, che effettuava servizio sul fiume, schiantatasi nel dicembre del 2008 contro ponte Sant’Angelo nel corso di una piena. Dieci anni fa».

La motonave è in parte coperta dalla vegetazione. Un cartello vieta l’ingresso nell’area del naufragio, ma secondo alcuni testimoni ci sarebbe uno strano via-vai di persone. Varrebbe la pena un sopralluogo delle autorità locali (vigili? Polizia? Vigili del fuoco? Almeno per avviare l'iter di una rimozione e restituire la banchina ai cittadini, magari per una semplice passeggiata. Il Tevere resta elemento centrale della Capitale. Un luogo da vivere, da riscoprire e non certo da guardare con paura. Basta investirci e rilanciarlo, affinché non ci siano altri Titanic. Perché i Jack e Rose de' noantri, nella realtà, non esistono. E di certo di finire affondati proprio non ne hanno voglia. Come nessun romano, d'altronde.
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