Chiedeva soldi ai pazienti per le cure: licenziato il primario Vito Lorusso

Chiedeva soldi ai pazienti per le cure: licenziato il primario Vito Lorusso
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Mercoledì 11 Ottobre 2023, 13:42 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 21:46

L’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, a seguito della decisione dell’Ufficio procedimenti disciplinari, ha disposto il licenziamento disciplinare senza preavviso del dottor Vito Lorusso, primario di Oncologia.

Il medico era stato arrestato in flagranza di reato dalla polizia nel suo studio. Avrebbe chiesto soldi non dovuti ai suoi pazienti per delle cure. Secondo l'accusa Lorusso avrebbe creato una «situazione di sudditanza psicologica» nei pazienti malati oncologici e, attraverso «minacce implicite», avrebbe denigrato «costantemente il Servizio sanitario nazionale nonché i suoi stessi colleghì». Avrebbe inoltre «prospettato rischi e vantato le proprie competenze, rassicurando i suoi pazienti e catturando «la loro benevolenza per incassare denaro». 

L'arresto e i domiciliari

Il gip aveva disposto gli arresti domiciliari per l'uomo, difeso dagli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta ed accusato di concussione e peculato.

Secondo quanto emerge dagli atti sarebbero almeno 15 gli episodi contestati a Lorusso, iniziati nel maggio del 2019.

L'inchiesta avviata un anno fa

L'inchiesta della procura è stata avviata, invece, nel novembre del 2022 dopo una denuncia presentata dalla figlia di una paziente seguita dall'oncologo. Ma sarebbero diverse le persone per le quali «la situazione di urgenza e gravità in cui si trovavano li poneva in una condizione - viene riportato dal gip - di sudditanza psicologica e li esponeva inevitabilmente agli abusi ed alle minacce del medico». Da qui i pagamenti non dovuti che - secondo l'accusa - sarebbero stati elargiti a Lorusso, nonostante i pazienti erano in possesso anche di un codice di esenzione, in quanto malati oncologici. Inoltre scrive il gip «colpisce che in tutti i casi le vittime, pur se messe dal Lorusso con le spalle al muro, nutrono per lui anche una profonda gratitudine. In questo contesto è particolarmente eloquente ed acquista valenza giuridica anche l'automatismo dei pagamenti, fatti da molti pazienti, senza che né loro, né il medico abbiamo avuto bisogno di dire alcunché». L'indagato nel corso dell'interrogatorio di garanzia ha riferito al gip che il giorno dell'arresto, giovedì, il paziente avrebbe «regalato i 200 euro spontaneamente».

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