«Del mio Paese non ho molti ricordi perché ero molto piccola quindi non ho un ricordo reale. Per come me l'hanno raccontato, deve essere bellissimo ma non so se mi piacerebbe tornare. So invece per certo, che dopo la laurea di base voglio continuare a studiare». La racconta così una ragazza di 30 anni, iraqena, che si è laureata a Bari in Scienze Biologiche. A lei qualche anno fa, era stato riconosciuto lo status di rifugiato.
Il racconto
È la prima rifugiata a laurearsi in Biologia, la seconda proveniente dall'Iraq e l'11esima per l'Ateneo barese dal 2019 a oggi.
Nel 2018 si è rivolta al Centro di servizio di Ateneo per l'apprendimento permanente per ricevere supporto alla sua integrazione accademica, ha poi richiesto e ottenuto una borsa di studio finanziata dal Ministero dell'Interno e dalla Conferenza Italiana dei Rettori che le ha garantito per tutti gli anni di studio specifici servizi di scambio interculturale e di mentorship. Il desiderio di continuare gli studi della 30enne sarà sostenuto dall'Università di Bari grazie alla specifica linea di azione per le iniziative a sostegno delle persone rifugiate.