Tra fragilità e crudeltà: teenagers allo specchio

Tra fragilità e crudeltà: teenagers allo specchio
di Renato DE CAPUA
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Martedì 7 Maggio 2024, 05:00


L’indagine letteraria ha sempre dimostrato un profondo interesse nei riguardi del mondo giovanile. Sono molteplici, infatti, i contenuti narrativi che esplorano la giovinezza, gli esiti della crescita, a seconda dei moti interiori soggettivi e delle influenze ambientali esterne. Ciò accade perché insito nella natura umana, come spiegato dal filosofo Michael Bachtin nell’opera “L’Autore e l’eroe” (Einaudi, 2000), dove si afferma che “l’uomo diviene insieme col mondo”, riflettendo su sé stesso i cambiamenti della realtà circostante.

Un’esplorazione delle modalità narrative dell’adolescenza nella letteratura contemporanea viene compiuta da Rossano Astremo nel suo nuovo saggio “L’identità dell’adolescente nella narrativa italiana del nuovo millennio” (Milella, 2024). L’opera, compiendo una sapiente operazione d’integrazione trasversale tra studi di natura sociologica, psicologica, letteraria, si propone di colmare un vuoto critico, poiché manca, nella produzione saggistica odierna, uno studio che si soffermi attentamente sugli adolescenti di oggi e sui testi che raccontano il loro mondo.

Sei capitoli

Il libro, secondo una precisa struttura, si compone di sei capitoli: nel primo vengono fornite le premesse dell’interrogazione critica, ovvero, uno sguardo agli studi paradigmatici sui concetti di “gioventù” e “adolescenza” in letteratura; nel secondo vengono messe in campo diverse definizioni di “adolescenza”, colte dal lavoro di psicologi e studiosi e propedeutiche al successivo sviluppo del saggio.

Ogni diversa sfumatura di senso è opportunamente esemplificata e chiarita, intercalata agevolmente agli intrecci dei nuclei tematici dei racconti selezionati, al fine di tracciare una chiara visione d’insieme sul mondo adolescenziale nella narrativa contemporanea, leitmotiv del terzo capitolo. I restanti tre capitoli, senza mai perdere il focus sul tema portante dell’opera, affrontano in maniera monografica gli autori Niccolò Ammaniti, Paolo Cognetti, Simona Vinci, particolarmente sensibili alla trattazione della tematica adolescenziale e già storicizzati all’interno del canone letterario, seppur iper-contemporanei. Gli aspetti sorprendenti dello studio di Astremo sono molteplici: innanzitutto rivelano una prolifica fertilità dei generi del romanzo e del racconto di formazione nella letteratura italiana, registrano la complessiva fragilità identitaria degli adolescenti del nuovo millennio. In linea di massima c’è una differenza di genere nella rappresentazione del modo di porsi nei confronti di sé stessi e degli altri: nelle ragazze viene stimata un’attenzione più focalizzata ai cambiamenti del proprio corpo; nei ragazzi c’è un’attitudine pulsionale e desiderante nei confronti dell’altro sesso, che talvolta degenera in crudeltà. Cambiano anche la percezione dell’amore, visto come fonte di paura, di esposizione ai rischi della vulnerabilità; la morfologia dell’amicizia, che ora preferisce l’intesa esclusiva tra due persone piuttosto che il tradizionale gruppo di amici.

L'assenza dei genitori

E ancora si attestano, all’interno del corposo itinerario narrativo proposto, che volutamente si sofferma su testi pubblicati non oltre il 2020, l’assenza dei genitori come figura guida, lo sdoganamento del ruolo normativo tradizionale della famiglia, la tendenza a rappresentare lo scacco dell’adolescente contemporaneo, dovuto all’inseguimento affannoso di un narcisismo imperante. I dati, inoltre, hanno rilevato un elemento assente rispetto alla rappresentazione odierna del nuovo adolescente italiano, fornita dagli psicologi, rinchiuso nel mondo della rete: il mondo virtuale non è mai presenza dominante nei testi presi in esame. Negli intenti dell’autore, l’opera, che si può considerare la prima di un campo aperto di studi, si rivolge in primis agli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, che si interfacciano quotidianamente con studenti di età compresa tra i 13 e i 16 anni, in cui lo sviluppo adolescenziale è, per dirla con un’espressione dello studioso Donald W. Winnicott, “zona delle bonacce”, ovvero percepito come “stato di isolamento, di inutilità e di smarrimento dei punti di riferimento”. Così questo libro si rivela essere un utile strumento pedagogico, una bussola e un compendio antologico per orientarsi nel variegato mondo delle storie degli altri. In questo modo la letteratura si fa strumento conoscitivo del tempo presente, dinamica intercettazione dei suoi cambiamenti, esercizio di attualizzazione critica, nonché di ascolto degli adolescenti e della rappresentazione del loro mondo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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