Unisalento, nasce un osservatorio di ricerca sui fumetti. E arriva la laurea "honoris causa" in Storia dell'Arte per Milo Manara

Unisalento, nasce un osservatorio di ricerca sui fumetti. E arriva la laurea "honoris causa" in Storia dell'Arte per Milo Manara
di Francesco DI BELLA
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Mercoledì 12 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:40

LUniversità del Salento finisce in un fumetto e per una sorta di legge del contrappasso di dantesca memoria il fumetto si accinge a diventare parte integrante dell’Università del Salento. E poiché ogni torta che si rispetti deve avere su la sua brava ciliegina, ecco che proprio a una delle più importanti firme italiane (ma di caratura internazionale) della nona arte ha pensato l’ateneo salentino quando si è trattato di decidere a chi assegnare una nuova laurea honoris causa: a riceverla sarà Milo Manara, che quanto prima verrà proclamato a Lecce dottore in Storia dell’Arte come supremo riconoscimento del valore della sua immensa e celebrata opera nel campo della letteratura disegnata (erotica e non solo).

L'osservatorio

L’Università del Salento, insomma, abbraccia il mondo delle nuvolette e più che una semplice idea sembra essere già un progetto dai contorni abbastanza ben definiti quello emerso ieri pomeriggio tra le righe - ma neanche tanto - del seminario che nel complesso di Studium 2000 dell’ateneo salentino ha presentato e illustrato genesi e particolari della storia “Topolino e il tesoro del legionario” che sul numero 3491 del settimanale disneyano in edicola dal prossimo mercoledì porterà all’interno di un’avventura di Topolino e soci il lavoro di ricerca e le conseguenti scoperte effettuate ad Aquinum, nel Lazio, dagli archeologi del Laboratorio di Topografia antica e fotogrammetria del Dipartimento di Beni Culturali, guidati dal professor Giuseppe Ceraudo.

«Il fumetto veicolerà l'informazione sulla bellezza dell'archeologia»

«Può sembrare un rapporto strano quello tra mondo dell’Università, della cultura, e mondo del fumetto, ma in realtà è tutt’altro - ha spiegato il rettore Fabio Pollice - perché il fumetto in questo caso serve a veicolare un’informazione fondamentale, quella della bellezza di questa scienza, l’archeologia, di quanto sia importante per ricostruire la memoria storica dei territori, delle comunità. In questi scavi di Aquinum il professor Ceraudo e la sua equipe hanno svolto un lavoro eccezionale ampiamente riconosciuto dalla comunità locale, ma ora con quell’avventura pubblicata sul Topolino una cosa si avverte in maniera molto chiara: il fatto che chi la legge si appassiona all’archeologia e questa secondo me è una cosa fantastica, la dimostrazione che queste forme del fumetto possono veicolare anche messaggi molto importanti. Che poi riguardi l’Università del Salento... beh, di questo non posso che essere orgoglioso».

A illustrare la storia, facendo ben attenzione a non spoilerare trama e finale, ci hanno pensato ieri pomeriggio i due autori arrivati appositamente a Lecce per questo seminario. Lo sceneggiatore Francesco Artibani ha raccontato il non facile lavoro che dalla mole di informazioni tecniche e storiche fornite dal professor Ceraudo ha portato alla costruzione di una sceneggiatura che unisse nella maniera più corretta le notizie scientifiche con i canoni delle più classiche avventure disneyane, il disegnatore Giuseppe Zironi ha descritto l’altra parte dell’opera, forse ancora meno facile della precedente, la traduzione in disegni («realizzati a mano, non al computer come più di qualcuno pensa», ha sottolineato) di quella sceneggiatura cercando di “immaginare”, lì dove la conoscenza storica viene meno, come potevano o dovevano essere e apparire molti degli oggetti, delle vesti, degli ambienti nel periodo dell’antica Roma in cui la storia è in parte ambientata.

Ma l’avventura di Topolino, Gambadilegno e soci per quanto entusiasmante è solo il punto di partenza per l’Università del Salento ormai “avviata” sulla strada del fumetto, come hanno annunciato ieri il rettore Pollice e il delegato alla Comunicazione di Unisalento Stefano Cristante nel corso del seminario che ha visto la partecipazione anche dei docenti Luca Bandirali (mediologo), Roberto Martucci (storico) e Antonella Rinella (geografa).

«Il fumetto riflette la sensibilità dei tempi ed ha un valore performativo sulla collettività»

«Diciamo che abbiamo colto questa opportunità, il fatto che l’Università del Salento sia diventata protagonista di una storia di Topolino - continua il rettore - ci è sembrato significativo innanzitutto il riconoscimento del valore che la nostra Università ha a livello internazionale proprio nel campo dell’archeologia, grazie a tre importantissimi scavi archeologici che abbiamo all’estero, in Turchia, in Egitto e in Iran, che ci rendono particolarmente orgogliosi. E poi abbiamo pensato che il fumetto possa essere un tema di ricerca interdisciplinare, perché abbiamo verificato che all’interno del nostro ateneo esistono colleghi e colleghe di materie diverse che si occupano del fumetto come forma di narrazione ma anche come mezzo per interpretare la società. Abbiamo sociologi, geologi, storici che se ne sono occupati dal punto di vista scientifico. Può sembrare strano, ma in realtà non lo è perché il fumetto riflette la sensibilità dei tempi, per cui guardando l’evoluzione che esso ha avuto ci accorgiamo di quanto questa abbia seguito l’evoluzione della società, della sensibilità collettiva. Faccio l’esempio del tema ambientale, che è stato argomento nei fumetti ben prima di diventare argomento politico. Questo vuol dire che non solo il fumetto riflette il tempo in cui viene realizzato e ne diventa testimonianza, ma che in qualche misura tende ad avere un valore performativo, come avviene per la letteratura, sulla collettività. Noi studiamo proprio questo rapporto che viene a crearsi e perciò diventa un tema di ricerca interdisciplinare».

Ed è proprio nel fatto di utilizzare il fumetto sotto molti aspetti come una chiave di lettura della realtà che si innesta il progetto della laurea honoris causa a Milo Manara, che peraltro dal 2009 ha già il titolo di Accademico Honoris Causa assegnatogli dall’Accademia di Belle Arti di Macerata.

«Sì, perché lui ha fatto del fumetto una forma d’arte, è riuscito a farlo diventare una forma di espressione artistica di livello nazionale e internazionale, e questo per me è un aspetto assolutamente importante. Per cui assegnare a questo artista una laurea honoris causa in Storia dell’Arte significa riconoscere una dignità accademica a questo tipo d’arte.

Questo è proprio ciò che deve fare un’università, perché io sono convinto che molto spesso le frontiere della ricerca non sono nell’università, sono altrove. E sta a noi cercarle, valorizzarle e potenziarle».

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