Cannabis light, allarme dei presidi: "Distributori troppo vicini alle scuole".
Il caso sul tavolo del ministro, appello anche al prefetto

Cannabis light, allarme dei presidi: "Distributori troppo vicini alle scuole". Il caso sul tavolo del ministro, appello anche al prefetto
di Serena COSTA
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Mercoledì 12 Dicembre 2018, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 11:51

«Distributori di cannabis legale troppo vicini alle scuole, intervenga il Comune». Molto più di un semplice appello. È un grido d'allarme che diventa ira e una richiesta di intervento urgente. Firmata dai presidi delle scuole superiori in trincea davanti al nuovo fenomeno della cannabis light venduta con i distributori automatici. Lecce l'epicentro della protesta - piazza Palio, in particolare - he si sta allargando a macchia d'olio anche negli altri centri. Allo sconcerto delle famiglie per l'installazione della macchinetta di canapa light, si è unito quello dei presidi, che assicurano di non essere rimasti fermi in questi giorni, non appena hanno scoperto l'esistenza del distributore. I dirigenti scolastici reclamano a gran voce che l'amministrazione comunale regolamenti una distanza accettabile tra il macchinario e i luoghi sensibili come le scuole e, dal canto suo, il governo cittadino risponde di voler prendere in considerazione la vicenda, per poi decidere il da farsi. Con un paradosso, a loro dire: lo stop alle sale scommesse situate nel raggio di 500 metri dalle scuole, la vendita liberalizzata a pochi metri dalle aule.

Sul piede di guerra c'è Antonella Manca, preside del Banzi: «Non appena ho scoperto il fatto, e mi riferisco all'installazione dei distributori a pochi metri dal liceo, mi sono subito rivolta alla Guardia di Finanza, ma mi hanno risposto che si tratta di distributori legali. Ho avvisato anche la Prefettura, la Procura minorile, la Questura e il Comune chiedendo un intervento immediato per la rimozione del distributore e tutte le istituzioni, in parola, hanno assicurato il loro supporto. Sono stata contattata dal direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Anna Cammalleri, alla quale ho fornito tutte le informazioni in mio possesso. La questione è ora all’attenzione del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. Esprimo, a nome di tutta la comunità del Liceo Banzi, profondo sconcerto per una legge che consente la commercializzazione di droghe e che autorizza l’installazione di distributori di cannabis persino in aree “sensibili”, frequentate ogni giorno da migliaia studenti. In qualità di comunità educante attenta alla crescita sana di ciascun ragazzo, siamo impegnati quotidianamente nella lotta all’uso di alcool e droghe, in un’azione sinergica di sensibilizzazione che coinvolge studenti, docenti, genitori, esperti, istituzioni. Chiedo rispetto per la nostra azione educativa. Chiedo rispetto per i nostri giovani, la cui salute e il cui benessere psicofisico sono i beni più preziosi per la società tutta".


È un coro il loro dissenso verso la collocazione dello store di cannabis light i dirigenti scolastici delle tre scuole superiori che affacciano in piazza Palio, ovvero il Banzi, il Galilei-Costa e il Deledda: «Parlo da educatore commenta Raffaele Capone, dirigente scolastico del Deledda e anche se è stata accertata la piena legalità di questo negozio automatico, non mi sembra che sia stata una felicissima idea quella di collocarlo nei pressi di tre scuole. Si consideri che piazza Palio è frequentata da più di 3.000 ragazzi, cui si devono aggiungere gli altri studenti che raggiungono la fermata degli autobus, pochi metri più in là. La mia preoccupazione più grande è per i ragazzi di 14-15 anni che sono al culmine della loro curiosità: se gli mettiamo una cosa del genere sotto il naso, in qualche modo li induciamo a provarla, quando magari prima non ne avevano nemmeno idea. Non possiamo permettere che i nostri ragazzi arrivino stonati già alla prima ora di lezione». E che la presenza del distributore di cannabis possa costituire un problema soprattutto durante l'orario scolastico lo sottolinea anche Addolorata Mazzotta, dirigente del Galilei-Costa: «Il Comune potrebbe normare con un apposito regolamento l'orario di fruizione di questi macchinari che sia ovviamente al di fuori della tempistica scolastica oltre a stabilire la distanza di sicurezza dalle scuole. E poi mi lascia molto perplessa la profonda contraddizione delle nostre leggi: da una parte, c'è la lotta al fumatore di tabacco, sulla quale lo Stato ha investito tanto. Dall'altra, invece, c'è questa apertura verso la cannabis: immagino si voglia sottrarre il consumo alle mani degli spacciatori, ma mettere questi distributori proprio di fronte alle scuole mi sembra un'esagerazione. Vedo minare il ruolo educativo di noi scuole e delle famiglie».

Il Comune di Lecce chiamato in causa, dunque. Consultato sulla vicenda, l'assessore comunale alle Attività produttive, Paolo Foresio, ha mostrato disponibilità: «La richiesta dell'apertura di attività passa dall'autocertificazione dello Sportello unico per le attività produttive e valuteremo per capire gli strumenti di cui disponiamo per poter eventualmente intervenire sul tema delle distanze dalle scuole. Siamo pronti a confrontarci su questa sollecitazione che arriva dai presidi e dal mondo delle scuole».

Un allarme approdato anche in Regione dove è al vaglio anche una proposta di legge per il distanziometro dalle scuole. Lo sottolinea Saverio Congedo, consigliere regionale e coordinatore regionale di Fratelli d'Italia: "La commercializzazione delle droghe leggere come marijuana e cannabis ne sta incentivando e legalizzando l'acquisto anche tra i più giovani. L'installazione dei distributori in aree vicine agli istituti scolastici, poi, è inaccettabile. Il grido d'allarme lanciato dai prèsidi merita di essere accolto, per questo è già al vaglio della  tecnostruttura regionale, per gli adempimenti di rito, una mia proposta di legge regionale con cui si dispone il divieto della vendita tramite esercizi aperti al pubblico o distributori automatici ad almeno 500 metri di distanza da luoghi sensibili come istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, oratori, impianti sportivi e centri giovanili, centri sociali o altri istituti frequentati principalmente da giovani".

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