Chiusura di via XXV Luglio a Lecce, il parere di Antonio Quarta: «Così si crea sottosviluppo e Lecce continua a svuotarsi»

Chiusura di via XXV Luglio a Lecce, il parere di Antonio Quarta: «Così si crea sottosviluppo Lecce continua a svuotarsi»
Chiusura di via XXV Luglio a Lecce, il parere di Antonio Quarta: «Così si crea sottosviluppo Lecce continua a svuotarsi»
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Mercoledì 27 Settembre 2023, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 13:21

Chiusura alle auto per via XXV Luglio a Lecce: questa la ricetta dell'amministrazione Salvemini per alleggerire il traffico che morde ormai la città a tutte le ore. Che ne pensa Antonio Quarta?
«È sempre la solita storia, nonostante cambino i colori delle amministrazioni: è più facile chiudere tutto che gestire i problemi. Ma non si tiene conto del fatto che nelle città c'è anche gente che lavora, oltre a quella che va a passeggio o in bicicletta, e soprattutto chi ci vive: ci sono i residenti, non dimentichiamolo. Vogliamo creare sottosviluppo e disoccupazione a favore, come al solito, dei centri commerciali? Allora va bene così. Diversamente, invece, dovremmo pensare a creare parcheggi, invece di toglierne a centinaia, come accade ormai da anni, e magari ricorrere alle targhe alterne e ai weekend pedonali».
Perché i centri storici sono anche i santuari dello shopping.
«Lo sapete che chi va a fare acquisti, in genere con passeggini e anziani, torna spesso alla macchina con 10-12 chili di merce? E noi che facciamo, chiediamo alle persone di fare chilometri a piedi, tra l'altro in un Paese che invecchia e con un clima che peggiora? Non è un caso che tanta gente di Brindisi, Taranto, Bari che veniva a Lecce a fare shopping abbia preso oggi altre strade: per non essere tartassata da vigili urbani sempre pronti a contestare i divieti di sosta, mai l'infrazione di un motorino che smarmitta o di un proprietario che non pulisce le deiezioni del suo cane. E non è un caso che un tempo Lecce avesse i migliori negozi monomarca, come Roma, Firenze, Milano, e che tutto questo oggi non ci sia più».
Proposte?
«So che non è facile governare una città, ma ricordiamoci che Lecce, a differenza di altre città d'Italia, ha tre centri: piazza Sant'Oronzo, Mazzini, Partigiani: appena si interviene si crea un corto circuito. Le racconto un esperimento. Un giorno mi sono messo vicino all'incrocio del Bar Avio con via Trinchese, con due miei collaboratori del marketing, a indagare ad ogni semaforo rosso la meta delle auto che passavano di là: bene, al 99 per cento erano dirette alla stazione, in piazza Mazzini, verso la superstrada per Maglie e Otranto. Allora forse, prima di chiudere tutto, basterebbe mettere segnaletica efficace alla rotatoria del Bar Commercio per indirizzare altrove il traffico che si incanala naturalmente su viale De Pietro e poi in via XXV Luglio, intasando tutto fino a piazza Roma. E poi ho un'altra idea».
Dica.
«Un progetto ovviamente da pianificare: spostare altrove la scuola elementare del Cesare Battisti e utilizzare quell'edificio per dare una sede diversa al Museo Castromediano, che così sarebbe molto più fruibile dai turisti, magari assegnando i locali dell'attuale Museo all'Università. insisto, ci vuole visione più condivisa possibile».

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