Bufera sul Comune, fermi a Bari gli atti dell’inchiesta. Antimafia, per ora no all’audizione

Bufera sul Comune, fermi a Bari gli atti dell’inchiesta. Antimafia, per ora no all’audizione
di Luigi LUPO
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Martedì 26 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:39

Sono ancora fermi a Bari, in attesa di essere trasmessi alla commissione parlamentare antimafia, gli atti dell’inchiesta archiviata sul sindaco di Bari, Antonio Decaro. Ovvero le parti dell’inchiesta “Codice interno” che riguardavano il primo cittadino, poi stralciate, coinvolto dalle parole di un collaboratore di giustizia. Che avrebbe avuto un incontro alla presenza anche del sindaco di Bari a cui avrebbe assicurato il suo appoggio elettorale in cambio di posti di lavoro. I magistrati che indagavano sulla vicenda – che farebbe riferimento a fatti risalenti almeno a 14 anni fa, non hanno trovato riscontri e hanno chiesto quindi l’archiviazione del procedimento. Archiviazione che è stata disposta dal gip lo scorso ottobre. La commissione parlamentare Antimafia però vuole vederci chiaro. E ha chiesto alla Procura di trasmettere gli atti dell’inchiesta, tra cui il fascicolo dell’indagine archiviata con protagonista il primo cittadino di Bari. Ma gli atti non sono stati ancora trasmessi come trapela dai vertici della procura barese.

La bufera politica

Le attenzioni sulla posizione di Decaro sono aumentate dopo lo scoppio della bufera politica sollevato dall’insegnamento della commissione di accesso agli atti. Anche relativi alla parte che poi ha escluso il coinvolgimento nei dialoghi con la mafia dell’attuale sindaco Il riferimento è alla seguente dichiarazione del pentito De Santis: «Per quanto riguarda l’assunzione di Massimo Parisi all’Amtab, ricordo che questi si era impegnato nelle campagne elettorali di Decaro e Giorgio D’Amore alla circoscrizione zona Japigia Torre a Mare tra il 2008 e il 2010. Gli incontri sono avvenuti circa 7 mesi prima o al massimo un anno prima dell’assunzione successiva di Massimo Parisi all’Amtab. Si trattava di elezioni locali e Decaro era all’assessorato dei Trasporti. Alla riunione che avvenne nei pressi di un bar nella piazza di Torre a Mare, area pedonale, partecipai anche io e vi erano Decaro, il padre Giovanni, Giorgio D’Amore, Massimo Parisi, Michele De Tullio ed altri. Michele mi disse che dovevamo sostenere Decaro e Massimo Parisi sarebbe stato così assunto. Ricordo che avevano contatti con lo Studio Staff di Roma. Questa agenzia ha organizzato il concorso per autisti e questi avevano agevolato molti candidati con il trucco del cambio del codice a barra che, di fatto, ha agevolato soggetti non preparati che usufruivano dei risultati positivi di altri. Tra questi vi era Massimo Parisi che aveva avuto garanzie da Nunzio Lozito all’epoca direttore dell’Amtab». Parole di una collaboratore di giustizia che però non hanno trovato riscontri da parte degli investigatori, ma che l’organo parlamentare ha chiesto comunque di visionare. Così come ha chiesto, ottenendo un primo sì, l’audizione del procuratore capo di Bari, Roberto Rossi. Che avrebbe dato massima disponibilità a parlare davanti ai parlamentari pugliesi dopo aver concluso, però, le operazioni riguardanti gli appelli al Riesame dei numerosi indagati raggiunti da misure cautelari. Solo dopo sarà calendarizzata l’audizione.
Intanto la presidente, Chiara Colosimo, è intervenuta nuovamente sul caso Bari: “Le parole di Emiliano, vere, false o fraintese – ha detto – sono profondamente sbagliate e a mio avviso sarebbe un atto di profonda maturità politica riconoscerlo trasversalmente e allo stesso tempo dire una cosa facile: cioè che tutte le volte che uno subisce una minaccia, chiunque questi sia, deve denunciare.

Su cosa farà l’Antimafia, anche per eventuali audizioni sul tema, si esprimerà l’ufficio di presidenza perché io non intendo mai entrare in commenti su indagini o accessi in corso”, ha concluso.

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