Delitto di Avetrana, Misseri libero da oggi: le lettere senza risposta a Cosima e Sabrina

Da sinistra Michele Misseri, Cosima Serrano e Sabrina Misseri
Da sinistra Michele Misseri, Cosima Serrano e Sabrina Misseri
di Mario DILIBERTO
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Domenica 11 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:08

Tantissime lettere, nessuna risposta. A scrivere centinaia di fogli è stato Michele Misseri, il quasi 70enne contadino di Avetrana che oggi tornerà libero dopo aver scontato la condanna a otto anni per aver cercato di far sparire il cadavere della nipote Sarah Scazzi. Lui dalla cella del carcere di Lecce che si appresta ad abbandonare non ha mai smesso di compilare quelle lettere. Erano tutte destinate ad un altro penitenziario. Quello di Taranto, a poco meno di cento chilometri, dove sono recluse la figlia Sabrina Misseri e la moglie Cosima Serrano
Le due donne sono all'ergastolo. Tre gradi di giudizio hanno stabilito che furono loro il 26 agosto di quattordici anni fa a strangolare la quindicenne Sarah Scazzi. Non hanno smesso per un minuto di sostenere di essere innocenti. Così come non hanno risposto alle lettere di quell’uomo che già annusa la libertà, nonostante, dopo le prime versioni contrastanti del delitto, non faccia altro che spiegare di essere solo lui il responsabile della morte della nipote. 

L'antefatto

Michele in carcere è entrato nel 2017 e dal penitenziario di Lecce ha continuamente cercato un contatto con le due donne. Ha provato a costruire un ponte, ancorché di carta, con quelle lettere in cui ribadiva la sua colpevolezza, ma si lasciava andare anche a pagine e pagine nelle quali descriveva la sua vita di detenuto. 
Una specie di diario consegnato idealmente a due delle tre donne della sua famiglia. All’esterno, infatti, c'è la figlia più grande Valentina, che sin dall'epoca del delitto vive nella capitale. 
Di certo quel contatto è stato sempre negato.

Sabrina, evidentemente, non può dimenticare di essere entrata in carcere nell'ottobre del 2010, all'indomani della prima clamorosa ritrattazione del padre. Misseri inizialmente raccontò di aver ucciso Sarah nel garage della villetta di via Deledda dove, questa mattina, si apposteranno troupe e giornalisti in attesa del suo ritorno a casa dopo la liberazione. Proprio in ragione del suo presumibile arrivo, il Comune di Avetrana, come annunciato nei giorni scorsi dal sindaco Antonio Iazzi, ha disposto il divieto di transito e di sosta in via Deledda e nelle tre strade che la circondano. 

Quella prima confessione venne stravolta da Michele una settimana dopo, con la deposizione che tirava in ballo la figlia Sabrina. La ragazza, all'epoca 22enne, venne subito fermata e trasferita in carcere. Zio Michele, poi, cambiò nuovamente versione e tornò a sostenere di essere l'unico assassino. Disse di aver ucciso la nipote nel garage di via Deledda. Sostenne che quel giorno era nervoso perché non riusciva a mettere in moto il trattore e di aver assassinato Sarah dopo aver avvertito un forte calore alla testa. Una storia alla quale gli investigatori non hanno mai creduto. Anzi, le indagini coordinate dal pm Mariano Buccoliero prima, e tre gradi di processo poi, hanno scritto un'altra verità. Ad uccidere Sarah furono Sabrina e Cosima. Michele sarebbe intervenuto solo in un secondo momento. Il suo compito sarebbe stato quello di far sparire il corpo ancora caldo della nipote. Lui la caricò in macchina e si recò nel terreno di contrada Mosca. 
Il cadavere di Sarah finì in una cisterna interrata e quasi colma di acqua, proprio mentre ad Avetrana scattava l'allarme per la scomparsa della ragazzina. Dopo 42 giorni di ricerche vane, proprio Misseri squarciò il velo di silenzi e bugie che copriva il destino tragico della 15enne. Raccontò la prima delle sue verità e soprattutto consentì di ritrovare il corpicino. 

Cosa potrebbe accadere

Il resto è la storia del caso che ha appassionato tutta Italia, con le ritrattazioni di Michele e le conclusioni dei giudici. Un quadro che consegna il paradossale risultato di un uomo che torna libero sostenendo di essere un assassino. E di due donne che restano in carcere a scontare l'ergastolo nonostante giurino di essere innocenti. 
Sabrina e Cosima non cambiano versione e si aggrappano ad una possibile revisione. Il presupposto indispensabile è che sopraggiungano elementi di novità. 
In questo senso poco valore sembrano poter avere le ammissioni di Michele, già vagliate dai giudici sino alla sentenza definitiva in Cassazione. Sul piatto della bilancia, al momento, c'è il ricorso presentato alla Cedu, la Corte Europea per i diritti dell'uomo, dai difensori delle due donne, gli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia. I legali sostengono la violazione del diritto di difesa. Un’eventuale sentenza favorevole potrebbe rappresentare un primo passo per bussare alle porte della Corte d’Appello di Potenza e chiedere la revisione. Il ricorso alla Cedu è stato dichiarato ammissibile ma si è ancora in attesa della fissazione dell'udienza.

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