G7, la proposta degli architetti: «Un tavolo per gestire le opere»

G7, la proposta degli architetti: «Un tavolo per gestire le opere»
di Alessandra LUPO
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Venerdì 9 Febbraio 2024, 05:45

Le aspettative sull’evento sono considerevoli e la preoccupazione sulle ricadute della gestione commissariale delle opere per lo svolgimento del G7 a Borgo Egnazia, dal 13 al 15 giugno, che passeranno per una serie di affidamenti in deroga, resta tanta. I primi a lanciare l’allarme furono architetti e ingegneri pugliesi e oggi sull’argomento torna il presidente degli architetti brindisini, Maurizio Marinazzo, che alza ancora l’asticella chiedendo un tavolo di concertazione e dialogo sul territorio. 
Una voce dissonante rispetto a quella degli ordini nazionali di architetti e ingegneri che mercoledì scorso durante l’audizione informale in ottava commissione alla Camera dei deputati, dove si raccolgono i pareri informali del territorio prima della trasformazione in legge del decreto del governo, gli ordini nazionali di ingegneri e architetti davano il loro sostanziale via libera alle procedure negoziali, richiamando a un generico rispetto delle regole di trasparenza. Regole richiamate con maggiore vigore dall’Autorità nazionale anticorruzione, che nella stessa sede bacchettava il governo sulle pretese motivazioni di urgenza della gestione in deroga suggerendo di indicare al commissario straordinario, Fulvio Maria Soccodato, di avvalersi di stazioni appaltanti qualificate, e di avvalersi della vigilanza collaborativa di Anac. 

L'appello dei progettisti del territorio: «Brindisi non sia marginale»


Oggi però sulla questione tornano anche gli architetti del territorio, con una richiesta più strutturata, che chiede di non sprecare l’occasione e parla di banco di prova per il territorio: «Non ci si aspetta che in cinque mesi si possano realizzare molte opere significative, ma di certo, proprio a partire dall’Aeroporto del Salento, si possono individuare e avviare alcuni obiettivi connessi, ad esempio, al sistema dei parcheggi, alla viabilità interna ed ai collegamenti con il resto della regione salentina, perché quello di Brindisi (non a caso del Salento) si presta, avendone le capacità e le dotazioni, quale scalo di servizio per l’area ionico-salentina», scrive in una nota l’Ordine degli architetti di Brindisi, presieduto da Maurizio Marinazzo. «Quello del G7 potrebbe anche essere, finalmente, il banco di prova per costruire e mantenere rapporti di collaborazione codificati fra enti ed istituzioni, organi di categoria ed associazioni interessati e titolati a garantire l’accoglienza ai visitatori (si calcola almeno cinquemila) che, a diverso titolo, graviteranno attorno all’evento. Crediamo si debba costituire una struttura che coordini e monitori questi settori, con capacità di lungimiranza. Come è accaduto in altre circostanze, magari di minore respiro e rilievo, sarebbe sempre auspicabile ragionare in termini di ordinarietà strutturale e non sull’onda della emergenza, come invece accade. Per questo motivo, pur capendo che diventa puntualmente inevitabile, avremmo preferito che tutta la gestione del G7 non fosse affidata a procedimenti in deroga, con la solita motivazione delle tempistiche strette e della certezza nel raggiungimento dei risultati. Questa fase, ricondotta a caratteri di eccezionalità e deroga, sarà gestita da un Commissario di Governo, che dovrà misurarsi con il rispetto, previsto per legge, “dei principi di trasparenza e concorrenza”, oltre che di partecipazione e rotazione. Anche per questo parlavamo di banco di prova, perché settori come quelli del turismo, delle infrastrutture o della logistica, per divenire realmente parte sostanziale di un diverso modello di sviluppo, non possono essere gestiti senza una coordinata, preventiva e puntuale organizzazione, superando municipalismi e particolarismi. Invitiamo, pertanto, a volere istituire un tavolo di confronto, facendo presente che a Bari ci si starebbe già organizzando per ospitare, ad esempio, presso gli spazi della Fiera del Levante, i giornalisti (oltre 1.700) accreditati e per monitorare la situazione dal punto di vista dell’accoglienza. Siamo certi che si sta lavorando in questa direzione, invertendo una tendenza esogena che vorrebbe relegare Brindisi, contro la forte evidenza delle molteplici potenzialità offerte, ad area marginale e di servizio». 
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