Nove ospedali a rischio ed è rebus declassamenti
Solo 5 di “secondo livello”

Nove ospedali a rischio ed è rebus declassamenti Solo 5 di “secondo livello”
di Maddalena MONGIO'
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Sabato 20 Febbraio 2016, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 10:07

Confermati tutti i tagli agli ospedali pugliesi, ieri mattina, in Commissione Sanità della Regione Puglia.
Sono nove gli ospedali caduti sotto la mannaia e su 36 (al netto degli enti ecclesiastici, delle aziende ospedaliere e degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), 15 sono stati retrocessi a ospedali di base, 9 saranno destinati a ospedali di primo livello e saranno solo tre gli Hub distribuiti uno a Lecce (Vito Fazzi), uno a Taranto (Santissima Annunziata), uno a Brindisi (Perrino). Solo numeri, quelli che sono emersi dalla relazione del direttore del dipartimento regionale Promozione della Salute, Giovanni Gorgoni, perché accanto alla suddivisione non è stato reso noto quali saranno gli ospedali promossi e quelli retrocessi. In pratica Michele Emiliano ha rinviato il braccio di ferro finale, con sindaci e consiglieri regionali, sulla nota più dolente: il declassamento.
Ma la sanità pugliese dovrà fare conto, volente o nolente, anche con il profondo rosso dei bilanci degli ospedali e con il ventilato piano di rientro da mettere in azione già da quest’anno. E tra le spine anche il costo del personale che nel 2014 ha pesato per due miliardi e 156 milioni di euro. Sul capitolo del costo del personale la Puglia, a dire il vero, ha un “tesoretto” di 242 milioni da poter spendere, ma sono soggetti ad autorizzazione ministeriale e quindi bisogna trovare la leva per fare allentare a Roma i cordoni della borsa. Questi i punti clou snocciolati da Gorgoni nell’audizione in terza Commissione sanità, dinanzi ai suoi componenti e a un’affollata platea.
In Puglia il costo totale dell’assistenza sanitaria ammonta a 3,6 miliardi di euro: 1,82 miliardi vengono spesi per gli ospedali, 830 milioni per le aziende ospedaliere e Irccs (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), 700milioni sono la quota che va ai privati accreditati e 220 milioni ingrassano i conti delle Asl del Nord perché servono a pagare la mobilità passiva. Gorgoni, con una batteria di slide, ha messo in fila i numeri della sanità pugliese e puntato il dito sul costo del personale che è «superiore a quello di altre realtà italiane: il parametro ottimale di riferimento prevede un costo del personale del 51 per cento mentre per la Puglia i costi sono del 52 per cento (Taranto), 55 (Brindisi), 57 (Foggia), 59 (Lecce) e 61 (Bat e Bari)». Questa la messa funebre, suonata dal direttore del dipartimento, sul costo del personale che viene assorbito in massima parte dal costo del personale sanitario in servizio negli ospedali.

E poi, lezione di norme per i consiglieri. Il decreto 70 e i suoi diktat sono stati ripercorsi punto per punto. Sette i pilastri: classificazione delle strutture ospedaliere; bacini di utenza minimi e massimi per disciplina; volumi ed esiti di ricovero; standard di qualità standard organizzativi, tecnologici e, strutturali; reti ospedaliere; rete dell’emergenza urgenza continuità ospedale-territorio. La Puglia ha 3,4 posti letto ogni mille abitanti, contro il 3,7 fissato dal ministero ed ha un numero di ricoveri lievemente inferiore allo standard: 158 l’anno, ogni mille abitanti, contro i 160. Va comunque male sul fronte dell’occupazione dei posti letto che risultano coperti solo per l’82 per cento e per la media dei giorni di ricovero: 7,6 contro i 7 fissati da Agenas. Per gli ospedali di base viene considerata una capacità di posti letto oscillante tra 72 e 80 posti letto. Avranno il pronto soccorso, la radiologia, un laboratorio, l’emoteca, l’anestesia senza posti letto, medicina interna, chirurgia generale e ortopedia. Gli ospedali di primo livello, invece, oscillano tra 220 e 240 posti letto e avranno: radiologia, servizio immunotrasfusionale, anestesia e rianimazione, terapia sub-intensiva, medicina interna, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia, pediatria, cardiologia, neurologia, psichiatria, oncologia, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia. Per i Dea di II livello si parte da un numero minimo di 450 posti letto ospedalieri e avrà tutti reparti e le discipline più complesse.
La mappa degli ospedali è disegnata, se non ci saranno cambi di marcia. Per la Asl di Brindisi sarà di secondo livello il capoluogo, Francavilla Fontana di primo livello e Ostuni di Base, con Fasano riconvertito in Pta insieme a San Pietro Vernotico e Ceglie. Per la Asl di Taranto un piccolo giallo. Sono stati considerati 6 ospedali (cinque dopo la cura perché Grottaglie sarà riconvertito in Presidio di riabilitazione) e, quindi, il Moscati è stato considerato a se stante. Oltre all’Hub, Taranto avrà 3 ospedali di base e uno di primo livello: che ruolo spetta al Moscati? Da vedere. A Lecce sono previsti tre ospedali di primo livello: Tricase, Gallipoli, Scorrano; il Fazzi di secondo livello; tre ospedali di base: Galatina, Casarano, Copertino.
 

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