Puglia, furti di olive sempre più frequenti. I coltivatori: «Impossibile controllare tutti i terreni»

Puglia, furti di olive sempre più frequenti. I coltivatori: «Impossibile controllare tutti i terreni»
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Martedì 31 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 17:58

Da un lato il cambiamento climatico che avvolge l’intero pianeta, dall’altro, in Puglia la presenza massiccia della Xylella in Salento e poi i furti, sempre più frequenti. La gran parte delle olive saranno raccolte dal Barese fino al Foggiano e l’olio extravergine, pagato a peso d’oro. Sono queste le stime che impensieriscono tutti: dagli agricoltori ai frantoiani, senza escludere forze dell’ordine e guardie campestri a lavoro costante per monitorare spazi sconfinati. Ettari e ettari di terreni, spesso senza regole, accessibili solo ed esclusivamente a chi, quelle contrade e tratturi, li conosce palmo a palmo, perché ci ha passato la vita. Facendo diventare i rami nodosi degli ulivi parte integrante delle proprie mani, della propria fatica. «La Puglia, fino a pochi anni fa, riusciva a produrre due milioni di tonnellate di olive: quest’anno arriverà poca produzione dal Tarantino e poi sarà tutto concentrato tra la provincia di Bari, la Barletta-Andria-Trani e Foggia, arrivando a circa 120 mila tonnellate. Il solo Salento produceva circa 70 tonnellate, ormai andate in fumo – ha spiegato Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale di Confederazione Italiana Agricoltori -. Ci vorranno almeno cinque o sei anni affinché ci sia gradualmente un aumento della produzione. Dopo la strage prodotta dalla xylella con 24 milioni di piante secche, ne sono state reimpiantate appena 500 mila, tra cultivar di Favolosa e Leccina». 

I racconti

A questo si aggiungono i cambiamenti climatici: «La scorsa settimana – ha raccontato Sicolo – sono stato in Tunisia con il vicepremier Antonio Tajani e il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida e gli invasi sono completamente a secco. Così come in Marocco e Spagna. Proprio in quest’ultimo Stato se fino allo scorso anno si produceva un milione e mezzo di tonnellate, quest’anno se ne produrranno appena 60000 mila tonnellate». L’Italia ne produrrà circa il 10 per cento in più dello scorso anno, attestandosi sulle 300 mila tonnellate: a fare la parte da “leoni”, quindi, saranno Puglia, Calabria e Sicilia. Questo porterà, inevitabilmente, ad un aumento sensibile dei prezzi dell’olio extravergine d’oliva. La campagna olivicola di quest’anno porterà a vendere all’ingrosso l’olio a 9 euro – secondo le ultime rilevazioni della Camera di Commercio di Bari e Bat -, mentre ai consumatori costerà circa 10-11 euro a litro. 
Molti hanno definito esagerato il costo del prodotto, tanto che persino l’agricoltore di Bitonto, notissimo su Tiktok, Michele Monopoli, ha realizzato un video in cui lo spiega: «E quelli che dicono: “Ma voi quest’anno siete proprio impazziti? Non potete vendere l’olio 10 euro al litro. Con il caro vita che c’è, chi se lo compra?”. Beh, lo compra chi ci tiene al proprio benessere e alla propria salute. Il prezzo è persino poco se rapportato a quello che abbiamo speso per far crescere queste olive». E sono proprio gli agricoltori a vivere con il terrore che i loro “gioielli” possano essere rubati, tanto che nella Bat sono stati disposti servizi ad “Alto impatto” interforze e in collaborazione con i dipendenti del Consorzio guardie campestri, che conoscono a menadito i territori vasti. 
«Ci vuole orecchio – spiega una guardia del consorzio autonomo guardie campestri Barletta -.

Bisogna carpire rumori e movimenti, perché chi ruba si mimetizza tra gli uliveti, cercando di passare inosservato. E compiendo degli sfregi assurdi, perché i rami vengono battuti, spezzati, per far prima: l’eco di quei rumori sordi, fanno davvero male. Proprio l’altra notte siamo riusciti ad ammanettare un uomo nelle campagne barlettane che era intento, con altre due persone, a rubare le olive. Il prodotto è stato restituito ai legittimi proprietari». «I furti sono aumentati nell’ultimo periodo, anche perché probabilmente è aumentato il numero di persone che vivono in povertà. E per noi controllare tutto è assolutamente impossibile». «Stiamo facendo turni serrati – ha fatto eco il collega di Andria -. Abbiamo circa 50 operatori: cominciamo dalla notte e rientriamo fino ad accompagnare gli agricoltori al rientro, nel pomeriggio, per poi ricominciare. Al momento sono furti di poco conto, ma la campagna olearia è lunga e arriveranno presto anche i mesi più freddi e difficili». 


A nome del mondo agricolo l’allarme arriva anche da Coldiretti: «La nostra richiesta è di concretizzare iniziative tempestive ed efficaci di presidio delle aree rurali», ha detto il presidente pugliese Alfonso Cavallo. Non solo uliveti deturpati, ma anche estorsioni e racket, con l’imposizione di manodopera, senza considerare che la refurtiva fa sapere l’associazione di categoria, spesso finisce sul «mercato parallelo amplificando i danni per il settore olivicolo». Un comparto che rappresenta non solo una filiera economica importante per la Regione e il Paese, ma che testimonia l’amore e la dedizione di chi coltiva e protegge un tesoro prezioso, impreziosendo le tavole di tutto il mondo. E che per questo va tutelato. 

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