Pnrr, la beffa dei fondi per i corsi di inglese e materie scientifiche: in Puglia solo 57 milioni di euro

Pnrr, la beffa dei fondi per i corsi di inglese e materie scientifiche: in Puglia solo 57 milioni di euro
di Giuseppe ANDRIANI
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 13:52

Così il Pnrr rischia quasi di diventare una beffa, in uno di quegli ambiti nei quali, invece, avrebbe dovuto rappresentare una grande occasione. Il Ministero dell'Istruzione e del Merito con alcuni decreti firmati da Giuseppe Valditara ha ripartito i fondi per la misura "nuove competenze e nuovi linguaggi". E cioè risorse che finiranno direttamente nelle casse delle scuole per potenziare le competenze degli studenti e degli insegnanti, con dei corsi ad hoc, in area Stem (scienze e matematica) e nella lingua inglese, quelle che ad oggi vengono maggiormente richieste nel mondo del lavoro. Il famoso mismatch che le aziende sempre più spesso lamentano. E laddove è evidente, tanto dal numero dei laureati quanto dai vari rapporti Invalsi di questi anni, un divario tra Nord e Sud soprattutto in matematica e inglese, il Pnrr ha seguito un percorso diverso: i fondi sono stati ripartiti - denuncia Openpolis - seguendo il solo criterio demografico e senza indagare su quali territori invece sarebbe stato più "utile" investire per ridurre il gap già esistente. La motivazione, a voler dare una lettura del metodo, è da ricercare nel salto dell'ostacolo della partecipazione degli istituti scolastici ai bandi. Vale a dire: la procedura ha prima visto l'assegnazione delle risorse per ogni istituto, che poi dopo aver capito qual è la somma a sè destinata, dovrà presentare un progetto. Corsi, viaggi di studenti e docenti all'estero, esperienze formative: è possibile scrivere progetti che vadano in qualunque direzione. L'obiettivo del Ministero e di Valditara, che già più volte ha apostrofato i divari Nord e Sud come "inaccettabili", era quello di evitare quanto successo con il bando per gli asili nido, dove il numero di progetti arrivati da Sud (la Puglia, però, fa felicemente eccezione) è stato esiguo per la difficoltà di Comuni e scuole a partecipare ai bandi. 

La ripartizione

La ripartizione con criteri solo demografici, però, ha prodotto alcune storture evidenziate in un recente studio di Openpolis. Tanto per citare degli esempi concreti: le città più premiate dalla ripartizione dei fondi sono Roma, Napoli, Milano, Torino e Palermo. Poi c'è Bari. Ma alle altre province pugliesi va decisamente peggio. Basti pensare che alle scuole di Puglia spettano 57 milioni di euro, mentre ai soli istituti di Milano sono stati destinati 27 milioni di euro. La spesa complessiva prevede 1,1 miliardi di euro, di cui una parte, quella per le paritarie (150 milioni di euro), dev'essere ancora ripartita. Quanto emerge dai bandi già pubblicati, però, scontenta un po' tutto il Mezzogiorno. Se è vero che l'obiettivo è colmare i divari in area Stem, non solo con l'Europa ma anche quelli interni al Paese, risulta quantomeno particolare vedere come a Torino spettano 25 milioni di euro e a Lecce soltanto dieci. Fanno eccezione Napoli, Bari e appena un paio di province in Sicilia, per il resto il Sud resta al palo. 
A fare chiarezza è Openpolis. "Gli istituti coinvolti sull’intero territorio nazionale sono circa 8mila.

Il maggior numero di scuole beneficiarie delle risorse si trova nel napoletano (511), seguono quelle di Roma (493), di Milano (332), di Torino (259) e di Palermo (198)". A livello di singole scuole è l’istituto di istruzione superiore Aldini Valeriani di Bologna a ricevere la maggior quota di risorse. Vale a dire circa 264mila euro, di cui 218mila per gli studenti e 46mila per gli insegnanti. Seguono l’istituto alberghiero Pietro Piazza di Palermo (261mila euro), il liceo scientifico Enrico Fermi di Aversa (250mila euro) e il polo scientifico tecnico professionale Fermi-Giorgi di Lucca (248 mila euro).

Di recente il governo ha inviato le istruzioni operative alle scuole per realizzare i progetti. Nel documento una serie di consigli e di situazioni da sperimentare: percorsi con approcci pedagogici fondati sulla laboratorialità e sul learning by doing, sul problem solving e sull’utilizzo del metodo induttivo; percorsi di tutoraggio per l’orientamento agli studi e alle carriere Stem, anche con il coinvolgimento delle famiglie, erogati da un formatore “mentor” qualificato; percorsi di formazione per il potenziamento delle competenze linguistiche degli studenti da realizzare anche in orario extra scolastico che siano finalizzati al conseguimento di una certificazione linguistica e in preparazione alla mobilità nell’ambito del programma Erasmus+". 
Ora toccherà alle scuole scrivere i progetti e poi accedere ai fondi, con un acconto che sarà erogato già in fase di sottoscrizione della concessione. Il 10% delle risorse, invece, sarà disponibile solo alla fine del percorso.
Il riparto potrebbe subire variazioni proprio in base ai progetti da "mettere a terra", ma il Sud resta indietro. Anche perché basta guardare il report Invalsi del 2022 o l’ultima valutazione di Ocse Pisa (sempre del 2022, rilevazione quadriennale) per capire come più che un divario c’è un solco tra il Mezzogiorno e il Nord in determinate materie. Il riparto dei fondi del Pnrr, per quanto provvisorio nell’attuazione, in un territorio di povertà educativa e pochi laureati, il Piano rischia di diventare una beffa più che un'occasione.

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