In Puglia dal Pnrr 3,3 miliardi per finanziamenti che hanno tra le priorità i giovani. Solo in Lombardia e Campania la cifra stanziata, in totale, è migliore, ma neppure con una gran differenza. A Milano e dintorni spettano quattro miliardi, alla Campania 3,4. Poi c’è la Puglia, tra le tre regioni che superano la quota tre miliardi. Segue il Lazio con 2,7 miliardi. Ma al tacco d’Italia va comunque leggermente meglio, perché i finanziamenti sono distribuiti a tappeto e non riguardano solo le grandi città. Dato per scontato il primato del capoluogo di regione Bari, alle altre città non spettano le briciole.
A Lecce, ad esempio, arriveranno in totale 245 milioni di euro, a Taranto 126, e a seguire gli altri capoluoghi.
I progetti
Ma che vuol dire progetti del Pnrr con priorità ai giovani? Si tratta di finanziamenti vari, che hanno però diversa natura. Le risorse sono destinate a digitalizzazione, scuola, università e ricerca, inclusione sociale, cultura e turismo, impresa e lavoro, infrastrutture. L’elaborazione di Openpolis, che per la prima volta spiega come cambierà la vita dei ragazzi italiani grazie ai fondi europei, traccia anche un bilancio tra le varie finalità dei progetti. «Ciò che emerge è che oltre la metà degli interventi (68.653) riguardano l’ambito della digitalizzazione. Dalle imprese ai privati, dalla pubblica amministrazione alle iniziative di cittadinanza digitale. Segue il settore relativo agli studi: scuola, università e ricerca, con oltre 42mila progetti - si legge nello studio pubblicato dalla società di statistica -. Con numeri ampiamente inferiori le altre aree interessate sono inclusione sociale (6.842 interventi), cultura e turismo (3.706), impresa e lavoro (1.538) e infrastrutture (1.062)». «Considerando invece i finanziamenti allocati, la classifica cambia leggermente. Con scuola, università e ricerca al primo posto, seguita da digitalizzazione (8 miliardi), inclusione sociale (7,3), infrastrutture (6,6), impresa e lavoro (1,2) e cultura e turismo (0,8)». A livello nazionale basti pensare che sono previsti 10,7 miliardi per scuola, università e ricerca (con il tema degli alloggi per gli studenti che è destinato a cercare di cambiare la geografia universitaria italiana).
I problemi
Emergono, però, anche una serie di problemi. Intanto lo stato delle opere, al momento sconosciuto, e poi l’impatto del piano, che al netto delle politiche giovanili contenute nei progetti, resta un punto interrogativo. «Secondo i dati aggiornati all’8 settembre 2023, quasi tutti gli investimenti che hanno come priorità i giovani (43 su 45) hanno superato la fase di selezione dei progetti. Cioè la scelta, attraverso procedure di gara, bandi e avvisi pubblici, degli interventi da finanziare. Non sappiamo tuttavia quale sia lo stato di avanzamento dei lavori, né la spesa già effettuata. Una mancanza che purtroppo riguarda tutti i progetti del Pnrr e che chiediamo ancora una volta al governo di colmare», spiega Openpolis. E sull’impatto aggiunge: «È chiaro da questa analisi, che i progetti di misure aventi i giovani come priorità comprendono anche interventi che solo in modo indiretto favoriscono lo sviluppo sociale ed economico di ragazze e ragazzi. Progetti che tra l’altro sono tra i più costosi, come quelli che intervengono sulle infrastrutture digitali e sulle linee ferroviarie. In questo modo si rischia di sovrastimare gli effetti del Pnrr su questa come sulle altre priorità strategiche. Servono dati adeguati a valutare l’impatto del piano nel sostegno alle parità di genere, generazionale e territoriale». Ma tutto questo rientra anche in un contrasto tra Openpolis, che negli ultimi mesi è stato probabilmente l’osservatorio più puntuale su Pnrr e dintorni, e il governo, per la fornitura di una serie di dati che l’istituto dichiara di non avere.
In sostanza: le risorse con priorità giovani sono state intercettate più che bene dai Comuni pugliesi, visto che il pacchetto da 3,3 miliardi garantisce già di per sé una garanzia. Eppure resta qualche dubbio su come cambierà il Pnrr anche per questi progetti dopo l’ultimo accordo tra governo e Unione Europea, anche se il ministro Raffaele Fitto ha già spiegato che nessun progetto verrà definanziato, e che i fondi eventualmente saranno rintracciati altrove. Viste da qui, le premesse sono buone. Chissà se basteranno al Sud per invertire il trend dei giovani che vanno altrove.