Regione, approvata la legge per il controllo pubblico del servizio idrico. Ci sarà l'ingresso dei Comuni

Regione, approvata la legge per il controllo pubblico del servizio idrico. Ci sarà l'ingresso dei Comuni
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Venerdì 15 Marzo 2024, 16:25

Il Consiglio regionale pugliese ha approvato a maggioranza, con il voto contrario dei consiglieri regionali di FdI e FI e l'astensione dei consiglieri della Lega, La Puglia Domani e del consigliere Napoleone Cera, la proposta di legge per creare le condizioni affinché la gestione del servizio idrico resti nelle mani di Acquedotto pugliese, e quindi pubblica, anche dopo il 2025 quando scadrà l'affido. Una direttiva europea, infatti, impone che la gestione del servizio idrico venga messa a gara, in questo modo ci sarebbe il rischio che dal 2026 finisca in mani dei privati. Per evitarlo c'erano diverse soluzioni legislative, quella proposta dal gruppo di Azione prevedeva l'ingresso dei comuni nel capitale sociale di Aqp. In questo modo sarebbero state create le condizioni giuridiche per l'Autorità idrica pugliese di procedere affidando, senza gara, il servizio nella modalità in house. Il testo approvato dall'Aula oggi ha cambiato questa proposta ed è il frutto di emendamenti presentati dal governo regionale.

Le prospettive

I Comuni pugliesi adesso potranno costituire, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge, una società per azioni, denominata Società veicolo, a totale partecipazione pubblica e a controllo congiunto di tutti i Comuni.

Per il capitale sociale la Regione metterà a disposizione l'importo massimo di 400 mila euro, da dividere tra tutti i comuni in base alla consistenza delle infrastrutture destinate alla gestione del servizio idrico integrato. Non è ammessa la partecipazione di privati al capitale sociale della società. Se la Società veicolo sarà costituita entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge, la Regione avvierà il trasferimento graduale a titolo gratuito, nella misura massima del 20%, delle azioni di Acquedotto Pugliese SpA in favore dei Comuni aderenti, in proporzione alla consistenza delle infrastrutture destinate alla gestione del servizio idrico integrato.

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