La Puglia resta sul podio per quanto riguarda le mete preferite dagli italiani per le lunghe vacanze estive. È quanto dicono i dati Istat pubblicati ieri e relativi all’anno 2023. Il “Tacco d’Italia” deve accontentarsi della seconda piazza però, lasciando il primato all’Emilia Romagna, che, per questa particolare tipologia di vacanze, ha attratto l’11% degli italiani. La Puglia è staccata di oltre due punti percentuali e con l’8,9% può precedere un duetto assestatosi in terza piazza e composto dalla Calabria e dal Trentino Alto Adige (8,5%).
La Puglia conquista pertanto una posizione rispetto allo scorso anno, quando era terza dopo Emilia Romagna e Toscana, ma continua a rimpiangere il primato del 2021. Limitatamente al trimetre luglio-settembre, e non facendo distinzioni di durata del soggiorno, i dati diffusi ieri indicano la Puglia al quarto posto (7,6%) preceduta sia dalla Toscana (seconda con il 9%) che dal Trentino Alto Adige (8%) e con il dato dell’Emilia Romagna che sale al 12%.
I segreti della Puglia
Chiaramente è il clima, è la varietà di fantastici scenari marini, ad attirare verso il territorio regionale ma, probabilmente, difficoltà logistiche e servizi, fanno propendere per le coste romagnole e le colline emiliane come nella tradizione recondita. Una seconda “medaglia” è conquistata dalla Puglia in qualità di regione più attraente per i residenti dello “Stivale”. La regione va sul podio anche per quanto concerne le vacanze di durata pari o superiore alle quattro notti nel contesto temporale complessivo del 2023, ovvero non focalizzando l’attenzione solamente sui mesi che vanno da luglio a settembre.
Non vi è stata l’accelerata decisa che tanti auspicavano per il turismo italiano, dopo i dati incoraggianti immediatamente successivi alla fine dell’epoca Covid 19.
«Nel 2023 – scrive Istat - il turismo dei residenti si attesta su livelli simili a quelli del 2022. I viaggi con pernottamento sono 52,1 milioni e risultano ancora inferiori ai valori del 2019, anno precedente la pandemia (-27%). Le notti trascorse in viaggio sono ancora il 21% in meno rispetto a quelle osservate nel 2019. Dopo la marcata crescita osservata nel 2022, i viaggi in Italia non registrano sostanziali variazioni e non recuperano il 24% perso rispetto al 2019. Le vacanze, che nel 2022 avevano mostrato una decisa ripresa, sono sostanzialmente invariate e si attestano nel 2023 a poco più di 48 milioni (92% dei viaggi, 95% delle notti). Prevalgono le vacanze “lunghe”, che, dopo aver raggiunto nel 2022 i livelli pre-pandemia, nel 2023 interrompono la loro crescita attestandosi a 28,5 milioni (-19% sul 2019). Anche le vacanze brevi non cambiano rispetto al 2022 e sono ancora il 31% in meno di quelle registrate nel 2019».
Chiaramente l’inflazione dell’ultimo biennio ha recitato un ruolo importante quanto negativo e, l’italiano, tra le rinunce è costretto ad includere la vacanza, una volta “sfogata” la voglia di libertà dopo le restrizioni imposte dalla pandemia.