Ripartenza d'Autunno. La Puglia vuole correre con la spinta dei fondi Ue

Ripartenza d'Autunno. La Puglia vuole correre con la spinta dei fondi Ue
di Giuseppe ARGO
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Giovedì 28 Settembre 2023, 13:04

In Puglia sul piatto 5,6 miliardi di euro per un autunno all’insegna della ripartenza. Pur tra criticità e dubbi non ancora risolti sull’asse dialettico Roma-Bari, la nuova programmazione regionale dei fondi europei 2021-2027 entra nel vivo, intrecciata ai percorsi di investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) di cui cominciano a manifestarsi i primi effetti su asset innovativi. L’obiettivo condiviso con la Commissione europea è favorire anche in Puglia sviluppo sostenibile economico, sociale ed ambientale attraverso l’ampliamento e rafforzamento della base produttiva, l’innovazione tecnologica, ambientale e sociale, una maggiore attrattività ed apertura internazionale, la riduzione dell’impatto antropico sull’ambiente, l’incremento delle conoscenze dei cittadini e dei lavoratori e un generalizzato miglioramento dei servizi pubblici. «Nessuno deve essere lasciato indietro, i giovani, le donne, i minori, le persone a rischio di esclusione sociale, i migranti: tutti devono essere i destinatari di interventi e risposte, riducendo le diseguaglianze economiche, sociali, di genere, generazionali, territoriali, e coniugando competitività del sistema produttivo, qualità del lavoro, innovazione tecnologica, ambientale e sociale, attrattività e apertura internazionale, qualificazione delle competenze e dei saperi», è la missione incisa nel piano “L’Europa che ti cambia la vita”.

I finanziamenti

La Puglia è in cima alla classifica delle regioni beneficiarie (dopo la Sicilia) con una dotazione complessiva di 5.577.271.656 euro, di cui 3.792.544.726 euro (68%) di fonte comunitaria e il restante (32%) di fonte nazionale. I fondi investiti per tale scopo sono detti Fondi strutturali e si dividono in due macro-categorie: Fse+ (Fondo Sociale Europeo Plus) e Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale). Il primo è il principale strumento dell’Unione europea per investire nelle persone in materia di occupazione, società, istruzione e competenze, comprese le riforme strutturali in questi settori. Il secondo punta invece ad appianare le disparità esistenti fra i diversi livelli di sviluppo delle regioni europee e di migliorare il tenore di vita nelle regioni meno favorite, con particolare attenzione a quelle che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici. La quota più consistente è riservata a “competitività e l’innovazione” (1,2 miliardi di euro). Segue la transizione verde, che sul fronte del Pnrr la Puglia sta già supportando per esempio attraverso il recente finanziamento da 37,4 milioni di euro per la sperimentazione del trasporto ferroviario a idrogeno nel Salento. A questo capitolo sono destinati 858 milioni di euro dei fondi strutturali. Mentre welfare e salute ne assorbiranno 804. In ballo c’è lo sviluppo sociale anche attraverso lo sviluppo dell’impresa, nell’industria come nel turismo. E arrivano già i primi bandi.
«La Puglia - spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci - è stata la prima regione in Europa per capacità di spesa dei fondi strutturali nella passata programmazione. Abbiamo già avviato la nuova programmazione con il bando Equity. Vogliamo sostenere nuove formule di ingegneria finanziaria, attirare fondi di investimento e aiutare il mondo delle imprese a strutturarsi. In questa direzione, va l’accordo siglato pochi giorni fa con Elite». La novità? «Non finanzieremo solo gli investimenti ma gli investimenti innovativi. Costruiremo dunque le condizioni per semplificare i bandi, ridurre la parte burocratica e sostenere gli investimenti associati a processi di innovazione. Vogliamo portare le piccole e le medie imprese verso il futuro e verso le sfide dei nuovi mercati, motivo per cui sosterremo processi innovativi di automatizzazione, di sicurezza e non solo, oltre a sostenere in maniera sostanziale la sostenibilità sia in termini di transizione energetica, di autoconsumo energetico e di efficientamento energetico». Al centro la formazione, l’innovazione, la ricerca e la sostenibilità. Ma anche l’internazionalizzazione. «L’augurio - conclude Delli Noci - è che il Governo ci consenta, dopo mesi di attesa, la possibilità di costruire il fondo aggiuntivo dell’Fsc (Fondo per lo sviluppo e la coesione) per sostenere e finanziarie le grandi imprese, che stavolta hanno l’obbligo di inserire nei loro processi di sviluppo le piccole e medie imprese e che senza quei fondi possono essere finanziate soltanto nel settore della ricerca con un grave rischio di perdere importanti finanziamenti e quindi posti di lavoro e sviluppo per le nostre comunità».

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