Cinque supercar andate in fumo e danni per un milione e mezzo di euro. È costato caro, carissimo l'incendio divampato intorno alle 22 dello scorso 19 marzo in un capannone adibito ad autorimessa in contrada Salinelle a Oria - direttrice Santuario di San Cosimo alla Macchia - di proprietà d'imprenditori del posto. I bolidi, secondo alcune ricostruzioni, sembrava facessero parte della pregiata collezione di Luigi Blasi, un imprenditore di Manduria residente al Nord che li teneva in quel capannone gratuitamente, a titolo di favore. Ma lo stesso imprenditore ha immediatamente smentito la correlazione.
La smentita dell'imprenditore
Immediata smentita proveniente dall’imprenditore Luigi Blasi sul suo presunto coinvolgimento nell’incendio che ha distrutto auto per 1,5 milioni di euro:
"Non esiste nessuna correlazione tra il sottoscritto e le autovetture indicate nelle varie note stampa diffuse nella giornata di ieri. Appare assurdo associare il mio nome e la mia qualità di imprenditore a tali eventi, essendo totalmente estraneo ed ignaro di quanto indicato negli articoli. Ho già esercitato nelle forme stabilite dalla legge la richiesta di smentita e rettifica valutando tutte le azioni per i danni di immagine patiti a seguito della diffusione dei sopradetti articoli. L’imprenditore ha già dato mandato al suo legale avv. Lorenzo Bullo al fine di diffidare tutte le testate giornalistiche coinvolte a formalizzare la smentita ed individuare la fonte che ha generato la notizia per esercitare tutte le azioni di risarcimento".
Chi è Luigi Blasi
Luigi Blasi, imprenditore di successo nel settore dei macchinari agricoli, la sua azienda ha sede anche in Francia e Israele. Noto al grande pubblico per esser stato presidente del Taranto calcio dal 2004 al 2009. In passato ha provato anche a rilevare il Bari. Originario di Manduria, vive stabilmente al Nord.
Cosa è successo
Cosa sia accaduto di preciso, quella notte, è ancora da accertare. Ciò ch'è certo, invece, è che in quel garage vi fosse almeno un veicolo ad alimentazione elettrica tenuto in carica: non si esclude che il problema possa essere, in qualche modo, riconducibile a questioni di corrente.
Sul posto, oltre ai pompieri, erano giunti i carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana e i colleghi della Stazione di Oria. I rilievi dei militari, anche sulla scorta di quanto riferito dagli addetti allo spegnimento, hanno condotto sin da subito a escludere l'ipotesi di un gesto doloso, di qualsiasi reato. Considerata la cospicuità dei danni, però, è necessario continuare a indagare per comprendere l'origine di quell'inferno scoppiato all'improvviso in quella che sembrava una quieta - ma ventosa - nottata di fine inverno. E no, a dispetto di quanto pure si era immaginato - nonostante la ricorrenza - non si era affatto trattato di una fòcara o di un falò in onore di San Giuseppe. E no, non era fatto di preghiere - anzi, di esclamazioni di ben altro e opposto tenore - tutto quel vociare concitato intorno al capannone dal contenuto extra-lusso.