Cadavere ritrovato nella scarpata: gli inquirenti hanno trovato anche l’auto del 21enne

La 500 bianca era parcheggiata in un tratturo

Cadavere ritrovato nella scarpata: gli inquirenti hanno trovato anche l’auto del 21enne
di Nazareno DINOI
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Sabato 25 Febbraio 2023, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 21:52

Si aggiunge un altro importante tassello nelle indagini sull’omicidio del ventunenne leccese di etnia rom, Natale Naser Bathijari, il cui corpo è stato trovato nelle campagne manduriane la mattina di giovedì scorso. Ieri una pattuglia del nucleo operativo carabinieri della compagnia di Manduria, ha ritrovato la macchina con la quale mercoledì sera il giovane che viveva a Lecce sarebbe arrivato nella città messapica dove avrebbe trovato la morte per cause ancora ignote.

Parcheggiata in un tratturo


L’utilitaria, una Fiat 500 di colore bianco e il tettuccio nero, era parcheggiata in un tratturo in contrada Campo dei Fiori sempre in territorio manduriano ed era chiusa a chiave.
L’auto che risulterebbe rubata, è stata poi presa in consegna dagli investigatori della squadra mobile di Taranto, guidati dal dirigente Cosimo Romano, che conducono le indagini coordinate dal pubblico ministero Remo Epifani. Fatta trasportare da un carro attrezzi, la 500 è stata depositata nel piazzale della questura jonica per essere sottoposta all’esame della scientifica.

Il giallo


Gli inquirenti sperano di trovare all’interno delle tracce importanti che li porterebbero più vicini alla soluzione del giallo. Il punto dove era parcheggiata la macchina, è distante all’incirca quattro chilometri dal luogo dove è stato trovato il corpo. Da questi due punti, è possibile quindi ipotizzare il percorso fatto dal o dagli assassini subito dopo il delitto e ipotizzare un possibile scenario. Dopo aver scaraventato il corpo senza vita o morente del giovane da uno dei ponti che scavalcano la Bradanico-Salentina, facendolo rotolare nel fossato sottostante, qualcuno si è messo alla guida della 500 e facendo inversione ad U ha raggiunto la circonvallazione di Manduria percorrendola in direzione Nord sino al rondò dove inizia la zona industriale. Qui ha girato a destra prendendo la provinciale che conduce nella contrada Campo dei Fiori arrivando all’ultimo incrocio con la vecchia stazione ferroviaria di Sava. Da quelle parti, sempre in territorio manduriano, ha abbandonato la Fiat 500 parcheggiandola con precisione in un tratturo e chiudendola a chiave. Probabilmente sarà poi salito nella macchina di qualche complice che è venuto a prenderlo o che lo scortava dall’inizio dove era avvenuto l’omicidio. Un particolare non trova giustificazione e cioè l’aver lasciato l’auto intatta e non averla bruciata per cancellare qualsiasi traccia di chi l’ha guidata. Forse non hanno avuto i mezzi o il tempo per farlo, oppure perché disturbati da qualcuno.

Le indagini


Intanto prosegue l’attività investigativa per dare una lettura completa alla rissa con sparatoria, apparentemente senza feriti, avvenuta la sera precedente il ritrovamento del cadavere.
Anche ieri gli agenti della squadra mobile di Taranto e i loro colleghi del commissariato di polizia di Manduria, sono andati alla ricerca di telecamere di sorveglianza che potrebbero aver ripreso le scene dello scontro con qualche particolare utile ad individuare i personaggi coinvolti. Appare quasi certo, a questo punto, il collegamento tra la rissa e l’omicidio e non è escluso che tra i protagonisti della lite scoppiata all’interno di un locale possano esserci proprio gli autori del delitto con la loro vittima. Si ricorda che la sera precedente il ritrovamento del corpo nella scarpata, sempre in quel centro storico intorno alla mezzanotte sono stati esplosi dei colpi di pistola con il ritrovamento di alcuni bossoli. Non è escluso quindi che la discussione, prima verbale, passata poi alle vie di fatto, sia poi proseguita su quel cavalcavia dove il ventunenne sarebbe stato picchiato selvaggiamente e colpito anche con una lama, prima di essere scaraventato nel terrapieno sottostante alla base del colonnato di cemento armato dove il mattino dopo il cadavere dello sfortunato ragazzo è stato notato da un ciclista che ha dato l’allarme. 
Di certo le indagini della squadra Mobile sembrano aver imboccato la pista giusta per giungere alla soluzione del terribile omicidio.

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